Pollino: continuano indagini su amianto naturale in Lagonegro

di Redazione. Proseguono le indagini scientifiche dell’Istituto di Metodologie per l’Analisi Ambientale del CNR di Tito sull’amianto di origine naturale in Basilicata. Dopo otto anni di meticolose indagini su estesi affioramenti di rocce con quantità rilevanti di asbesto di tremolite (concentrate in fratture e in sottili venature ramificate), sulle acque dei fiumi e sull’aria di alcuni centri abitati, il Cnr propone alla Regione un altro ambizioso progetto scientifico, fino ad oggi mai tentato.

L’obiettivo è la valutazione della aerodispersione ed idrodispersione di fibre di asbesto di tremolite in prossimità di alcuni specifici “centri di pericolo” (cave abbandonate, sedimenti fluviali, detriti) per poter predisporre azioni di mitigazione del rischio. L’abbondanza della tremolite nelle rocce, del resto, è tanto elevata da essere ben visibile anche ad occhio nudo e costituisce un rischio poiché questi materiali possono essere facilmente dispersi in acqua o in aria, ponendosi come un serio pericolo per le popolazioni locali, soprattutto in estate, a causa delle temperature più elevate e dalla minore umidità relativa.

La Regione Basilicata ha dunque l’opportunità di completare il progetto di mappatura e monitoraggio del rischio amianto, già realizzato - un caso unico e una “best practice” di riferimento, nel panorama internazionale -. In passato, è stata anche realizzata una dettagliata carta litologica del territorio regionale potenzialmente interessato dalla presenza di minerali asbestiformi e sono state messe in sicurezza porzioni del territorio, impiegando protocolli di controllo degli ambienti di lavoro mai sperimentati in precedenza.

Tutti i progetti hanno sottolineato la necessità di adottare iniziative finalizzate alla tutela della salute delle popolazioni, particolarmente esposte al pericolo. La concentrazione di fibre aerodisperse, misurata nei centri abitati di Castelluccio Superiore, Lauria, Viggianello, Episcopia e San Severino Lucano, in alcuni casi risulta infatti essere superiore al valore limite indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. I valori più elevati sono stati registrati a San Severino Lucano, il cui centro urbano è stato edificato su rocce serpentiniche.

Il progetto dell’IMAA-Cnr consentirebbe dunque di avere una visione di insieme sulla presenza dell’amianto in aria, acqua, roccia, suolo e detrito, includendo nella mappatura i sedimenti fluviali e individuando nei detriti (di cava, di falda e di frana) e nei suoli i centri di pericolo più elevato per l’idrodispersione delle fibre ed il loro accumulo dei sedimenti dei maggiori corsi d’acqua che insistono e/o ricevono apporti da versanti costituiti da rocce contenenti amianto, nonché l’aerodispersione di fibre da una specifica sorgente.