Cosimo Latronico (FI): ''La scuola italiana oggetto di riforme ripetute in questi anni''

POTENZA - “La scuola italiana e' stata oggetto di riforme ripetute in questi anni. I tentativi di qualificarla e di renderla un luogo significativo per la formazione e per l'educazione dei giovani spesso hanno dovuto fare i conti con resistenze di interessi ed ideologiche. Anche l'ultimo tentativo di riforma, varato dalla Camera dei deputati, rischia di limitarsi a ripetere alcuni principi già presenti nell'ordinamento, dall'autonomia alla valutazione delle scuole, alla formazione dei docenti, al tentativo di risposta alla platea dello precariato, alle procedure assunzionali, al ruolo dei dirigenti scolastici. Principi che sono stati attuati in vario modo in questi anni nel nostro Paese che per questo si presenta con un geografia differenziata in termini di qualità dell'offerta formativa”. Lo ha dichiarato l’on. Cosimo Latronico (FI).

“Tutto questo avrebbe dovuto consigliare al presidente Renzi ed al governo di non fare della scuola un campo di battaglia quasi a segnare un fronte di innovatori, i sostenitori della riforma, e di conservatori, quelli che muovono critiche all'impianto del disegno di legge che sta compiendo il suo iter parlamentare . Un approccio rispettoso della delicatezza delle problematiche connesse al variegato mondo della scuola avrebbe dovuto intessere un rapporto più rispettoso delle componenti che sono i protagonisti dell’istruzione, dalle famiglie agli insegnanti, ai dirigenti, per provare a fare passi in avanti responsabilizzando proprio i soggetti che saranno gli attori quotidiani di una qualificazione effettiva e permanente. Constatare che i soggetti attori della scuola siano conto la riforma Renzi ed anzi la percepiscono come una minaccia e come un rischio di impoverimento, non e' un bel risultato. Quindi e' auspicabile un dialogo vero nelle prossime settimane per correggere quelle parti controverse sull'impianto della riforma, dal reclutamento del personale che non può determinare aree di discriminazione, al ruolo della dirigenza che e' necessaria, ma che ha bisogno di regole e di statuti per non sconfinare nel verticismo, alle risorse per rinnovare il contratto dei docenti che non possono svolgere una funzione così delicata con retribuzioni inferiori rispetto ad altri paesi d'Europa, ai sistemi di valutazione che devono garantire un’attendibilità ed essere uno stimolo per alzare l'asta della qualità. La scuola – ha concluso Latronico - non e' un terreno per intestarsi inutili proclami, ma un terreno delicato in cui innestare un cambiamento continuo che il legislatore può stimolare lasciando agli attori veri il protagonismo di un quotidiano cambiamento”.