I versi di Sinisgalli nel "Viale dei Canti" a Parigi

PARIGI - La poesia di Leonardo Sinisgalli si fa scultura murale, abrasa e narrata, lungo i 50 metri di parete del magnifico e settecentesco Hotel de Galliffet,sede dell’Istituto Italiano di Cultura a Parigi.

Ribattezzato “Il Viale dei Canti”, la straordinaria opera d’arte multimodale è stata inaugurata nella capitale francese lo scorso 26 maggio, in omaggio ai legami tra Francia e Italia, attraverso la riproduzione visiva e sonora dei versi di cinque poeti italiani.

Leonardo Sinisgalli è tra questi, con la poesia “Private prospettive”, tratta da Il passero e il lebbroso (1970), uno dei suoi testi più diffusi in Francia, dove il poeta delle due Muse è molto apprezzato, anche grazie alle traduzioni di Jean-Yves Masson e ThierryGillyboeuf.

«Stupore e soddisfazione - sono le prime impressioni del direttore della Fondazione Leonardo Sinisgalli, Biagio Russo -. Che i versi di Sinisgalli, di una poesia particolare e surreale come “Private prospettive”, siano stati scelti per rappresentare la cultura italiana a Parigi insieme a Giacomo Leopardi e ad altri piccoli-grandi poeti come AlfonsoGatto,Lorenzo Calogero e Bartolo Cattafi, in un originale progetto artistico di grande impatto sensoriale nel cuore di Parigi, rappresenta un risarcimento e un riconoscimento, non solo per il poeta lucano, ma per tutta la letteratura meridionale spesso trascurata. È una grande gioia per la Fondazione Sinisgalli».

Realizzato grazie al sostegno della Fondazione Spinola Banna per l'Arte, “Il Viale dei Canti” si compone di un graffito e di un circuito acustico realizzati in un arco temporale di circa due mesi, grazie al lavoro congiunto di diversi esperti. Il graffito è stato creato da un gruppo di ex studenti della Ensad (la scuola nazionale di arti decorative), mentre il circuito acustico è stato realizzato grazie all’apporto di due ingegneri del suono, Alvise Vidolin dell’Università degli studi di Padova e Marco Liuni dell’Ircam (l’Istituto francese di ricerca sul suono).

Il graffito, eseguito su una facciata dell’Hotel de Galliffet in Rue de Grenelle, sede dell’Istituto Italiano di Culturaparigino dal 1962, è stato ideato dall’artista napoletano Giuseppe Caccavalecome uno speciale viaggio nella poesia italiana fra Otto e Novecento.

I caratteri tipografici incisi sulla parete, lunga ben 50 metri, riproducono, grazie alla tecnica dello spolvero, gli originali caratteri di Didot e Tallone. Ai versi del “Canto notturno di un pastore errante dell’Asia” di Giacomo Leopardi,si intervallano i componimenti di altri quattro poeti del XX secolo: il salernitano Alfonso Gatto, il siciliano Bartolo Cattafi, il calabrese Lorenzo Calogero e il lucano Leonardo Sinisgalli.

Sull’opera visiva di Caccavale - l’artista che ha rappresentato l’Italia alla scorsa Biennale di Venezia -si innesta il progetto sonoro di Stefano Gervasoni, uno fra i compositori di maggior talento sulla scena musicale odierna. Attraverso sei diffusori acustici nascosti nella parete, è possibile ascoltare i versi delle poesie, cantati e recitati dalla mezzosoprano Monica Bacelli, uniti a voci e suoni provenienti dal cantiere, che umanizzano il muro e lo rendono parlante, accogliente.

Il risultato finale è un’opera che attraverso le sue diverse componenti - arte, artigianato, musica, poesia, design, tecnologia - celebra la fusione delle arti, in nome dell’eccellenza della cultura e dell’industria italiana. In una parola, un’opera “sinisgalliana”, forse perché nella poetica dell’artista Giuseppe Caccavale si percepisce chiaramente l’influenza dell’eclettico Leonardo novecentesco, che lo guida come un moderno Virgilio.

Sempre in giro per l’Europa ad apprendere e sperimentare tecniche e suggestioni diverse, Caccavale mette al centro del suo fare arte la forza straordinaria del segno, che funge da trait d’uniontra le arti “maggiori” e “minori” e permette di tradurre visivamente i brani poetici, dando corpo e immagine alle parole.

Nel corso di un evento dedicato alla presentazione del volume “Il guschio della chiocciola. Studi su Leonardo Sinisgalli”, organizzato nell’aprile del 2013 al Musma di Matera, l’artista Caccavale proponeva in via sperimentale un suo intervento dal titolo “Sinisgalli-Luce”, un grande gobelet realizzato al CIRVA (Centre International deRecherchesurle Verre et lesArtsplastique di Marsiglia), “un grumo di luce vitrea fatta parola”, tratta dalla raccolta Vidi le Musedi Leonardo Sinisgalli.

A proposito della sua opera, Caccavale scrive: «Da anni le discipline del disegno e la costruzione di figure mi hanno condotto a prove dove la riflessione impone ‘l’accaduto’, così scopro che c’è più figura in una parola che in una figura. Questo accadere conduce dentro a una poesia, come Paul Cezanne si portava di fronte alla sua montagna, la SainteVictoire. Traduco visivamente parole da poesie come Morandi dipingeva le sue bottiglie. Vivo dentro un paesaggio differente, un paesaggio linguistico che si riversa in un paesaggio naturale attraverso l’impegno della vita umana, scendo dentro di essa come uno speleologo in una grotta. Il lavoro porta alla luce la vita dell’uomo».

Ecco, quindi, che nello straordinario “Viale dei Canti” parigino possiamo leggere una doppia “firma” di Sinisgalli: quella dei versi della poesia “Private prospettive", tratta da Il passero e il lebbroso (1970), selezionata da Caccavale per la sua antologia poetica, e quella dei segni incisi sul graffito, che trasformano le parole dei libri in una galleria di opere d’arte, lo spartito in suoni e melodie.