Patto per il Sud, Latronico: lettera a Renzi

POTENZA - Riceviamo e pubblichiamo la lettera dell'on.Latronico indirizzata al Presidente del Consiglio dei Ministri.

Signor Presidente del Consiglio dei Ministri,

lei  ha scelto di venire anche in Basilicata per sottoscrivere un altro ‘patto per il Sud’, dopo quello campano e calabrese. Una modalità che suscita qualche perplessità per la incerta effettività degli impegni che si assumono  di fronte alle comunità. Nelle ultime ore abbiamo potuto leggere dalla stampa i contenuti di questo documento che lei si accinge a firmare. Da parlamentare  di questa terra, parlamentare di opposizione, mi consenta di esprimerle qualche rilievo ed alcune considerazioni.
             
Intanto la Basilicata come lei sa è al centro di una crisi difficile dopo i fatti che sono emersi attorno al centro oli dell’Eni a Viggiano, per le implicazioni  che questa vicenda pare abbia, a parere degli inquirenti, sullo stato della salute ambientale  e dunque delle persone. Le abbiamo  chiesto di riferire in Parlamento, ora lo potrebbe fare in Basilicata, per chiarire se risulta possibile che l'Eni in questi venti anni abbia inquinato le matrici ambientali della nostra terra. Non possiamo  aspettare la chiusura delle indagini giudiziarie  per aver risposte certe ed autorevoli su questa domanda gravida di conseguenze. I lucani, prima di ogni altro  nuovo patto, hanno bisogno di verificare se i patti sottoscritti dal Governo negli ultimi venti anni, che hanno impegnato significativamente il territorio lucano per l'estrazione delle risorse minerarie, hanno devastato le matrici ambientali, senza conseguire gli obiettivi di sviluppo a cui il governo centrale e le compagnie si erano obbligate. L'allarme purtroppo è aggravato dalle dichiarazioni del presidente della Commissione parlamentare speciale sui rifiuti che ha denunciato la mancanza di un sistema di monitoraggio attendibile ed affidabile attorno all'impianto petrolifero più importate d'Europa. In questo clima, che mette in discussione l’affidabilità dello Stato e dei suoi organismi deputati a preservare la salute e la sicurezza ambientale, parlare di nuovi patti di sviluppo rischia di apparire una provocazione ed un azzardo.
             
A questa rilevante criticità se ne aggiunge un'altra che riguarda il contenuto del patto che lei si accinge a sottoscrivere. Si tratta della riedizione  del vecchio ‘patto per il Sud’ deliberato dal Cipe nel 2011: stesse azioni, stesse previsioni che per la gran parte non hanno trovato realizzazione. La Murgia/Pollino, la Potenza/Melfi, per citare le opere prevalenti, che sono rimaste lettera morta nel senso che non si  sono sviluppate neppure le progettazioni necessarie da parte di Anas per giungere a stimare costi e fattibilità. Ora vengono  riproposte con quale credibilità di attuazione? Sulla reti ferroviarie valgono lo stesse  osservazioni. L'alta velocità si ferma a Salerno,  e la tratta ferroviaria Salerno/Potenza/Taranto è fuori da interventi di ammodernamento da anni. Uguale destino subisce la tratta Ferrandina / Matera: progetto che è costato 500 md di lire ed oggi è annoverato  tra le principali incompiute d'Italia, Matera, la capitale europea della cultura, resta priva del collegamento con la rete delle  ferrovie dello Stato. Nè può bastare lo scartamento ridotto che collega, al momento in due ore, Bari  a Matera. Queste problematiche come lei potrà verificare sono escluse dai contenuti del patto e lasciano, per questo, un senso di delusione e di comprensibile frustrazione tra i materani ed i lucani.
             
Il conseguimento del meritato titolo di  capitale europea della cultura dovrebbe obbligare il Governo a realizzare quegli interventi infrastrutturali (ferroviari e stradali ) necessari per superare uno storico isolamento, in tempi definiti e con risorse certe. Il Presidente Zanardelli visitò nel 1902 Matera  e Potenza, parlò  allo ‘Stabile’ di Potenza, constando le  gravi arretratezze che aveva riscontrato. Nel 1904 il Parlamento  varò la legge speciale per la Lucania che porta il nome del Presidente  che nel frattempo era scomparso. Il Presidente  Alcide  de Gasperi visitò Matera nel 1952 e da quella visita derivò la legge speciale sui sassi, ‘legge Colombo’, per iniziativa del Presidente Emilio Colombo, da cui prese consistenza quell'opera di sfollamento prima e di risanamento poi, con la legge  771 del 1985, che portò  questi rioni dall’essere considerati "vergogna nazionale" a patrimonio dell'umanità  
               
Presidente Renzi, lei ha promesso che il titolo di Matera capitale europea della cultura sarebbe stata la sfida del Paese, dopo l'Expo. Noi l'aspettiamo alla prova dei fatti.
               
Cordiali saluti.