Potenza, minaccia ex: arrestato stalker

POTENZA - Con la complicità di un impiegato delle Poste rintraccia la sua ex compagna e la figlioletta di lei. Accecato dalla rabbia la perseguita, minacciandola di ucciderla. Nella serata di ieri, personale della Polizia di Stato (Squadra Mobile) della Questura di Potenza, ad esito di indagini coordinate e delegate dalla Procura della Repubblica, ha dato esecuzione all'ordinanza con cui il GIP di Potenza ha disposto l'applicazione della misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di un 48enne, di Potenza, indagato, in concorso con altri soggetti, dei reati di atti persecutori (art. 612 bis c.p), accesso abusivo ad un sistema informatico (art. 615 ter c.p.), detenzione e porto illegale in luogo pubblico di arma da fuoco (artt. 2, 4 e 7 L. 895/67).

Già gravato da numerosi precedenti penali e per ben due volte riconosciuto responsabile di analoghi episodi in danno di altra vittima, dopo la sua recente scarcerazione e la sua sottoposizione agli arresti domiciliari (per altri fatti), l’indagato ha posto in essere comportamenti volti a maltrattare la ex compagna e convivente, attraverso aggressioni fisiche e verbali quotidiane, perpetrate anche innanzi alla figlioletta di quest’ultima, pretendendo di riprendere la relazione sentimentale e di avere rapporti sessuali.

Provata dalle continue vessazione ed intimorita dalla personalità dell’ex compagno, lo scorso mese di giugno la vittima decideva di allontanarsi dall'abitazione di Potenza in cui viveva con la figlia; decisione che tuttavia l’indagato non accettava, accrescendo la propria rabbia ed intensificando l'invio assillante di messaggi e telefonate (centinaia) contenti minacce, anche di morte, rivolte nei confronti pure del nuovo compagno della donna. Nei confronti di quest’ultimo lo stesso indagato organizzava il settembre scorso una spedizione "punitiva" accompagnato da altri soggetti.

Condotte, peraltro, poste in essere dall’indagato nonostante fosse sottoposto all'obbligo di presentazione quotidiana alla p.g.. Nelle ultime settimane lo stesso riusciva a scoprire il luogo ove la donna si era nel frattempo rifugiata (presso dei parenti residenti nel Lazio), avendo indotto un impiegato di Poste Italiane in servizio presso un’Agenzia di Potenza ad accedere abusivamente al sistema in uso a quest’ultimo ente, per risalire così alle zone in cui la vittima aveva effettuato i prelievi per mezzo della propria carta Postepay. Incurante della misura in atto, l’indagato si è così recato più volte nelle citate località (anche in questo caso accompagnato da complici), sorprendendo e spaventando la donna, minacciandola costantemente, dicendole persino di aver "fatto il giro" di tutte le scuole per cercarne la figlioletta.

In una di quelle occasioni, inoltre, lo stesso è risultato armato di una pistola. Considerata l’intensità allarmante raggiunta dalla condotta persecutoria tenuta dall’uomo (privo di remore nonostante la precedente carcerazione preventiva sofferta), passato dalle minacce ed ingiurie verbali a violenti atti intimidatori, e quindi il timore per la incolumità della vittima e delle persone che a lei si accompagnano (prima fra tutte la figlia minore), l’Autorità Giudiziaria ha ritenuto quale unica misura idonea ad impedire gravi conseguenze quella carceraria.