Sequestro depuratori, "Responsabilità della Regione"

POTENZA - Il sequestro di 52 impianti di depurazione ordinato alcuni giorni fa dalla Procura di Potenza, conferma, per l'ennesima volta, l'incapacità amministrativa della giunta regionale capeggiata da Marcello Pittella.
Nonostante la Basilicata, già dal 2014, sia oggetto di una procedura di infrazione della Commissione europea che riguardava il cattivo funzionamento di 40 impianti di depurazione (procedura Ue numero 2014/2059), la Regione e Acquedotto lucano che gestisce gli impianti, non sono stati in grado di affrontare la problematica e sono addirittura incappati nell'importante inchiesta giudiziaria che ha portato al sequestro dei 52 impianti di depurazione sui 125 totali in attività su tutto il territorio regionale.
Incapacità, negligenza o pressapochismo vanno sempre nella stessa direzione: seri danni all'ambiente e alla salute pubblica. In questo specifico caso, ulteriori danni alle acque dei fiumi e del mare lucani già aggrediti da altre gravi fonti di inquinamento. L'emergenza riguarda il superamento dei valori limite previsti dalle direttive europee e dalle norme italiane, quali ad esempio la presenza eccessiva di escherichia coli, azoto ammoniacale, cloro attivo libero e di altri elementi nocivi e pericolosi.
Un atteggiamento ancora più grave, da parte della Regione Basilicata, se si considera che i consiglieri regionali del M5S già nel 2014 avevano presentato un'interrogazione a Pittella in cui chiedevano che la problematica venisse affrontata con urgenza. Invece, come al solito, solo ritardi e inefficienze, sebbene una delibera Cipe del 2012, la numero 60, avesse assegnato a varie regioni del Sud, tra cui la Basilicata, un miliardo e 776 milioni di euro proprio per la realizzazione di 183 interventi mirati a mettere a norma gli impianti per la raccolta e la depurazione delle acque reflue urbane. In più, per accelerare la realizzazione degli interventi ed evitare le sanzioni della Ue, era stata anche attivata dal governo nazionale una procedura di commissariamento straordinario che per la Basilicata riguardava 8 interventi per un importo di 23,7 milioni di euro.
Insomma, un quadro, quello appena descritto, che richiede, come hanno già sostenuto i consiglieri regionali del M5S Leggieri e Perrino in una nuova interrogazione, un immediato chiarimento della Regione e di Acquedotto lucano per dare conto dei ritardi e spiegare cosa hanno fatto finora per affrontare e superare le criticità.
Così in una nota Piernicola Pedicini, eurodeputato del M5S.