"Eni e Governo ricattano i cittadini lucani: investimenti in Val d'Agri in cambio di consenso e silenzi"

POTENZA - "Investire sì, ma solo col consenso delle popolazioni prima ancora che delle istituzioni regionali. E una visita in Basilicata è già stata programmata proprio per sondare il terreno. Dovrebbe arrivare in tempi brevi."
Queste sono le dichiarazioni rilasciate ieri da Claudio Descalzi, da pochi giorni riconfermato AD di ENI dal Ministero del Tesoro, le parole di chi ha una considerazione pari a zero della Basilicata e dei lucani.
Per ENI rappresentiamo solamente un territorio da sfruttare e un pololo da ammansire e circuire con promesse di investimenti faraonici e creazione di migliaia di posti di lavoro.
Tutto ciò dimenticando i danni ambientali e alla salute causati in questi anni dalle estrazioni petrolifere, li incidenti avvenuti al COVA di Viggiano, il possibile inquinamento del Lago del Pertusillo e delle falde acquifere.
Descalzi avrebbe dovuto fare tutto il possibile per evitare che gli incidenti che ci troviamo a commentare fossero evitati (cosa che invece non è stata fatta), invece, con la complicità di Pittella e del Governo Regionale, che finora hanno concesso a ENI di fare tutto ciò che ha voluto, tenta la carta della minaccia.
ENI dovrebbe utilizzare questi miliardi promessi per coprire innazitutto i costi della della bonifica del COVA, in quanto responsabile dell'inquinamento, così come rischiesto nella mozione (http://bit.ly/2o7NOBM ) presentata da me e dal mio collega Gianni Perrino, e approvata all'unanimità in Consiglio Regionale lo scorso 28 marzo.
Descalzi e il Governo Italiano non hanno ancora compreso che noi lucani non ci faremo comprare e non baratteremo la nostra salute in cambio di promesse e falso sviluppo, come confermato dai dati Svimez pubblicati nei giorni scorsi (16 mila giovani lucani emigrati negli ultimi 10 anni).
Leggendo questi dati, torniamo a chiedere quali siano i reali benefici per la popolazione lucana che il petrolio ha portato, quanti siano i cittadini lucani occupati a tempo indeterminato nella filiera del petrolio
Ma a fronte dei pochi posti di lavoro creati, vogliamo sapere quanto si stia pagando in termini di disastri ambientali ,quanto la Regione Basilicata sia costretta a spendere per curare malattie che sono sempre più presenti nel nostro territorio e che si giustificano solo in presenza di un elevato tasso di inquinamento.
Sono domande, a cui chi governa la regione, prima o poi dovrà rispondere con onestà intellettuale, rispettando la dignità e i diritti dei cittadini lucani.
É ora di dire basta con l'inquinamento, basta con i pozzi di petrolio che hanno devastato la nostra terra e soprattutto basta con questa colonizzazione culturale, politica ed economica compiuta dalle multinazionali in terra di lucania. Non accettiamo più di essere trattati come ingenui da chi è venuto nella nostra Regione a sfruttare il popolo lucano e a devastare il territorio per fare profitto sulle spalle di tutti noi.
Così in una nota Gianni Leggieri, Capogruppo M5S Basilicata.