FdI: "In vertiginoso aumento i suicidi tra le forze dell'ordine"

POTENZA - La categoria più a rischio è senza dubbio quella degli agenti di polizia penitenziaria, esposti quotidianamente a forte tensione e stress emotivo, complici i due aspetti che costituiscono il punctum dolens della loro attività lavorativa: sovraffollamento degli istituti di pena e carenza di personale. Molti poliziotti risultano affetti dalla sindrome di burnout, processo stressogeno strettamente connesso alle professioni esposte ad una duplice causa di stress, ovverosia personale ed attinente alle persone da tutelare. Si tratta di una patologia della quale soffrono i lavoratori che "interiorizzano" le problematiche dei soggetti con cui entrano in stretto contatto. Tale patologia se trascurata o non opportunamente trattata può degenerare in un processo di graduale logoramento, che può sfociare nel gesto estremo del suicidio. La sensazione, purtroppo, è che lo Stato sia poco sensibile al problema e poco incline alla esatta considerazione di tale patologia, attesa la priorità accordata ai tagli economici, pena la inadeguata tutela di tale categoria di lavoratori. Il dato più inquietante è la carenza di centri di sostegno e di ascolto, normativamente previsti. Anche in Basilicata le criticità non mancano e nessuna misura di prevenzione è stata all'uopo predisposta. Il dipartimento giustizia FdI-AN Basilicata auspica che non rimanga lettera morta la mozione presentata in Consiglio regionale lo scorso mese di giugno dal Consigliere Gianni Rosa, affinché sia istituito un servizio di sostegno psicologico e psicoterapeutico per le professioni soggette alla sindrome di burnout. L'auspicio è quello di salvare tante vite umane e di garantire una migliore qualità dell'attività lavorativa. Così in una nota Marinica Cimadomo, responsabile regionale del dipartimento giustizia Fratelli d'Italia-AN Basilicata.