Idroelettrico sul Frido: M5S, "un pasticcio che potrebbe costare caro alla bellezza del Pollino"

POTENZA - Ritorniamo a parlare di Parco Nazionale del Pollino e purtroppo lo facciamo per segnalare ancora una brutta storia: dopo il pugno nello stomaco della Centrale del Mercure e le traversine al creosoto, il Parco si trova a fronteggiare il dissennato progetto della costruzione di una centrale idroelettrica sul torrente Frido.

Ci vediamo costretti nuovamente a constatare i frutti avvelenati di una programmazione e di una gestione territoriale completamente avulse rispetto alle peculiarità, alle vocazioni e alle reali esigenze delle varie aree della Basilicata. Nel caso specifico, il progetto risale al lontano 2006: solo nel 2013, la Regione delibera in favore della Società HD S.r.l con sede legale in San Lazzaro di Savena (BO) per l’autorizzazione unica di cui all’art. 12 del D.Lgs. n.387/2003 alla costruzione ed esercizio dell’impianto idroelettrico sul torrente Frido.

Nel corso dell’iter di rilascio dell’autorizzazione, il Comitato Tecnico Regionale Ambiente ha anche imposto una serie di prescrizioni finalizzate a mitigare al massimo l’incidenza dell’opera in un’area così delicata. Nel 2014 salta all’occhio il passaggio di consegne tra le aziende coinvolte nella costruzione dell’impianto: l’autorizzazione rilasciata alla HD S.r.L viene volturata per cessione del ramo d’azienda a favore della lucana LAGERI S.r.l. con sede legale in Lauria.

I lavori proseguono con l’usuale calma serafica, tant'è che la Regione, con determina dirigenziale del 5 agosto 2016 n. 23AF.2016/D.00032 dispone la proroga al 18 luglio 2017 (ovvero un anno in più rispetto al termine inizialmente previsto) per l’ultimazione dei lavori di costruzione  dell'impianto, pena la perdita di efficacia dell’autorizzazione unica regionale concessa nel 2013. Nella determina si richiamano anche le prescrizioni della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Potenza che prevedono l’eliminazione delle alterazioni al contesto paesaggistico a lavori ultimati e l’obbligo, a carico della società esecutrice dei lavori, di assicurare la sorveglianza archeologica con la massima trasparenza e collaborazione.

Le denunce dei comitati e delle associazioni che negli ultimi mesi hanno seguito lo stato di avanzamento dei lavori consegnano una fotografia molto preoccupante della situazione. I lavori non avrebbero rispettato le prescrizioni e lo stesso Ente Parco del Pollino lo scorso 23 giugno 2017 ha disposto l’immediata sospensione dei lavori di costruzione dell’impianto idroelettrico in oggetto, ordinando il ripristino dello stato dei luoghi mediante la rimozione del materiale accumulato nell’alveo e nella sezione idraulica del torrente.

Una posizione chiarissima quella dell’Ente Parco che rende necessaria un’azione anche da parte della Regione. A tal fine abbiamo presentato una interrogazione per conoscere quali azioni si intendano prendere  a tutela di una zona ad altissimo pregio naturalistico e se si intenda disporre l’avvio delle procedure amministrative per la revoca dell’autorizzazione unica alla costruzione dell’impianto.
Così in una nota Gianni Perrino, portavoce M5S Basilicata - Consiglio Regionale.