Interinali ad ARPAB: Perrino, "nella regione del 'do ut des' è la scelta più inopportuna"

POTENZA - Inutile ribadire che la situazione attuale di ARPAB è il risultato di anni di politiche orientate al mero soddisfacimento di logiche spartitorie e di interessi particolari. Oggi ci si ritrova a rincorrere le emergenze ed a prendere atto, sottolineandolo anche in numerose delibere, della grave carenza di personale che impedisce di erogare le prestazioni obbligatorie  previste per legge.
Regione ed ARPAB stanno lavorando soltanto da inizio 2016 per superare l’emergenza, ma la terapia e le cure proposte non sembrano in grado di dare una soluzione definitiva in grado di superare permanentemente le problematiche di carenza strutturale e di personale di cui soffre l’agenzia. Solo nel febbraio 2016, la Giunta  decide di assegnarle 10 milioni di euro come contributo finalizzato all’ammodernamento e all’ampliamento delle attrezzature necessarie per il monitoraggio ambientale.
Ad aprile 2016 ARPAB fa la lista della spesa e si inizia a parlare di “Masterplan” col quale richiede uno stanziamento complessivo di 34,973 milioni di euro di cui 18,233 milioni di euro per le esigenze strumentali e di personale necessarie per ottimizzare le attività ARPAB mentre 15,752 milioni per le esigenze strumentali e di personale necessarie per gli obiettivi e progetti disposti dal Dipartimento Ambiente; più altri 487.500 euro per un presidio fisso COVA e 500 mila euro per il tavolo tecnico tra i vari enti territoriali interessati.
Il famoso “MasterPlan” viene approvato dal Consiglio Regionale nel febbraio 2017 ed in quella sede il M5S, motivando il suo voto contrario, evidenziò che le modalità di reclutamento delle unità lavorative attraverso un’agenzia interinale non poteva rappresentare una valida soluzione e avrebbe potuto porre evidenti problemi di trasparenza e imparzialità nelle selezioni. Occorreva, invece, ricorrere al concorso pubblico.
Ed è proprio la scelta scellerata del ricorso al lavoro temporaneo che fa sorgere notevoli dubbi sulla legittimità e sulla efficacia delle azioni messe in campo per superare l’empasse dell’ARPAB. Un ricorso così massivo al lavoro interinale (inizialmente previste 75 unità per oltre 7,7 milioni di euro di spesa) appare del tutto inidoneo a soddisfare stabilmente il fabbisogno di personale ARPAB se solo si considerano le crescenti attività e i compiti di monitoraggio ambientale, sempre più complessi, ampi e di elevato spessore tecnico e professionale, che l’Agenzia sarà inevitabilmente chiamata ad assolvere nei prossimi anni. Il ricorso, poi, al lavoro “a somministrazione” attraverso Manpower (agenzia di lavoro temporaneo, c.d. “interinale”), oltre che  essere tendenzialmente più oneroso per le casse dell’Agenzia e, di riflesso regionali, andrebbe a costituire, di fatto, un'altra numerosa platea di precari ad alta professionalizzazione, formati grazie ad investimenti pubblici, aventi crescenti aspettative di futura stabilizzazione.
Forse i 622 mila euro più IVA che andranno a Manpower come corrispettivo del servizio di somministrazione, potevano essere spesi in maniera più saggia: ad esempio, assumendo altri lavoratori con contratto di lavoro subordinato e tramite concorso pubblico.
E’ proprio il caso di dirlo: la toppa è peggiore del buco. Per questa ragione, abbiamo presentato una corposa interrogazione con la quale abbiamo messo nero su bianco i nostri numerosi dubbi su tutta l’operazione di reclutamento di così tante unità di personale attraverso il ricorso al lavoro temporaneo. Adesso è lecito attendersi che la Giunta e i vertici ARPAB forniscano risposte chiare ed esaurienti ai quesiti che abbiamo posto.
Nella regione epicentro del voto di scambio oltre ad evitare di commettere ulteriori passi falsi, è quanto mai necessario valutare con la massima cautela possibile piani assunzionali di tale portata: altrimenti, non solo rischiamo di ritrovarci a fare i conti con l’ennesima fila di professionisti che reclamano dignità e stabilizzazione a “mamma” Regione, ma non avremo fornito ad un’agenzia così importante per l’ambiente e la salute dei lucani, i mezzi e il personale per funzionare efficacemente, con autorevolezza e credibilità. Con grande gaudio di inquinatori e speculatori della peggiore risma che, purtroppo, in questa terra hanno trovato il loro El Dorado.
Così in una nota Gianni Perrino, portavoce M5S Basilicata  - Consiglio Regionale.