Salute pubblica, Ugl e Cittadinanza Attiva: "a Policoro qualità e non solo quantità"

MATERA - “Nonostante la decisione della Regione Basilicata circa il nuovo piano sanitario che oltre a fomentare comprensibili rivendicazioni campanilistiche, fa emergere il sospetto che le posizioni assunte da parte del Governo di Via Anzio siano frutto di una scarsa considerazione politica del Materano, l’ospedale di Policoro è e rimane un plesso che risolve casi rappresentativi di salute pubblica”.
E’ il commento del Presidente regionale di Cittadinanza Attiva, dr.ssa Maria Antonietta Tarsia e dei Segretari Ugl, Pino Giordano, Angelo Fracchiolla, Giovanni Sciannarella i quali incontrandosi nella Città Ionica hanno messo a punto dei programmi che ciclicamente saranno sottoposti al management ASM affinché si possano e, si devono, migliorare le condizioni qualitative e quantitative dell’offerta sanitaria ospedaliera.

“Mentre non vi sono giustificazioni su una politica regionale che fino ad ora sta ferendo il Materano, il bisognoso ammalato può essere soddisfatto tranquillamente da plessi già esistenti come il ‘Papa Giovanni Paolo II’ di Policoro. Per l’Ugl e Cittadinanza Attiva è  un’eccellenza che non si discute: basti prendere in considerazione tutti i reparti che pongono come centralità l’ammalato e i familiari. Da oggi – prosegue la nota unitaria – ci porremo come supporto per far si che le nostre indicazioni servano a mettere in campo una strategia diversa sempre a tutela e soddisfazione dell’ammalato e che si senta, il più possibile, accolto in un ambiente quantomeno familiare. A ciò, mentre riteniamo opportuno che venga garantito al degente il diritto di contrastare il disagio psicologico causato dalla patologia e dall’allontanamento dal proprio domicilio, attraverso la vicinanza di un famigliare o persona di fiducia nel tentativo di riprodurre un clima familiare, umanizzante e rassicurante per il degente e per gli stessi familiari, chiediamo da subito che la persona assistente venga ben riconoscibile, sotto previa autorizzazione della struttura, di idoneo tesserino identificativo per scongiurare che vi siano, come avviene, intrusioni di gente estranea. Contestualmente, deve essere rafforzato il servizio di pattugliamento interno e di vigilanza nei reparti nelle ore notturne: chiediamo al Direttore Sanitario della struttura, dot. Gaetano Annese di disporre per la notte e per tutti i reparti, la chiusura obbligatoria delle porte d’accesso e rendere vietato, tassativamente l’ingresso, a tutto quel personale non debitamente autorizzato. Altra  questione affrontata nell’incontro, non si capisce il perché, sul servizio refettorio nell’ospedale di Matera ci sia tanto di standard per l’ammalato e la stessa struttura mensa, nella stessa gestione ospedaliera policorese fornisce i pasti ancora alla ‘Carlona’ ossia, Oss. e infermieri dispensano con il mestolo come avveniva 20 anni fà: formulare e presentare un menù in ospedale comporta un’organizzazione complessa e metodica che questa azienda appaltante servizio mensa tende a trascurare. Al di là degli addetti ai lavori, infatti, in pochi conoscono le procedure e le specificità che si celano dietro questo tipo di ristorazione: parliamo di alimentazione ospedaliera dove a nostro parere, servire il menù dell’ospedale presuppone un lavoro dettagliato e un’organizzazione estremamente precisa. Esistono tipologie organizzative diverse riguardo all’alimentazione durante il ricovero e mentre oggi si è ricorso all’appalto esterno, non vi è traccia assoluta di controllo da parte dell’ospedale di dietisti o di servizi di dietologia. Pertanto, chiediamo che ugual trattamento espletato per il ‘Madonna delle Grazie’, venga effettuato al ‘Papa Giovanni Paolo II e con sempre e stesse modalità di controllo del cibo che viene servito. In quest’ottica – concludono Tarsia, Giordano, Fracchiolla e Sciannarella – l’Ugl e Cittadinanza Attiva intendono portare avanti un supporto operativo sindacale, contribuendo alla definizione ottimale della capacità dell’ospedale di Policoro il quale, egregiamente, assiste correttamente tutti i pazienti. Insomma qualità e non solo quantità”.