"Emergenza cinghiali: Finalmente qualcuno si sta svegliando"

MONTALBANO JONICO - Finalmente tutti, amministratori regionali e organizzazioni di categoria, incominciano a prendere atto che l'emergenza cinghiali nella nostra regione va affrontata con mezzi e modalità diverse e più incisive rispetto a quelle utilizzate sino ad ora. E' evidente che non è sufficiente la sola attività del controllori che svolgono la loro azione per pochi mesi all'anno e per pochi giorni alla settimana. Siamo sempre più convinti che per abbattere l'eccessivo numero degli ungulati ad oggi presenti nelle nostre lande bisogna porre mano a criteri nuovi, già più volte ribaditi. La caccia al cinghiale va fatta tutti i giorni, tutto l'anno. Questo è il passaggio più importante, se si vuole davvero debellare questa problema, che dura da alcuni anni e che non se ne vede ad oggi la sua fine. Anche i capi di questo animale selvatico aumentano ogni anno. Poca cosa è abbattere 9.000 per l'anno 2017, quando ce ne sono in circolazione circa 130.000. Perché di questo passo nemmeno arrivando al 2.100, cioè alla fine di questo secolo, potremmo aver posto termine ad una situazione che è di ordine di sicurezza per le persone e danni per cose ed animali. Di fronte ad una emergenza si risponde con misure emergenziali. Dunque anche in deroga alla legge quadro sulla caccia del 1992, ovviamente caccia sempre aperta solamente per questo ungulato. Con la predisposizione di un piano almeno triennale, con l'esonero del pagamento delle tasse per la caccia, regionali e nazionali, per tutti i cacciatori della regione, nonché congruo contributo per l'acquisto delle munizioni e un badget per tutti gli ambiti territoriali presenti. Così come bisogna intervenire nella distruzione delle carcasse degli animali infetti in apposite strutture, e macelli e filiere adeguati per la lavorazione di quelli sani, per ottenerne prodotti per la vendita, da cui ricavare anche un reddito non proprio modesto (formando apposite cooperative di giovani in più punti strategici della regione). Se si vuole, si può. Così in una nota Leonardo Rocco Tauro, candidato al Senato per Fratelli d'Italia.