Giuseppe Venezia commenta il tour dell’Emmet Cohen Trio


POTENZA. È durato due settimane il tour dell’Emmet Cohen Trio, costituito dal pianista americano Emmet Cohen, dal contrabbassista lucano Giuseppe Venezia e dal batterista napoletano Elio Coppola. Partiti da Bacoli i tre si sono esibiti per quattordici giorni, esibendosi nella provincia di Napoli, passando per la Puglia e chiudendo con tre tappe in Basilicata.

“Ogni concerto ha avuto una storia particolare – ha affermato Giuseppe Venezia - sono stati tutti molto belli. Ci siamo esibiti in vari locali, dal piccolo jazz club a quelli molto grandi, dall’albergo di lusso, al locale con un atmosfera familiare, dove abbiamo suonato fino alle 5 del mattino. È stata un’esperienza molto intensa, è difficile suonare tutti le sere e poi correre in studio di registrazione al mattino. Noi abbiamo avuto soltanto lunedì di buco, ma tenendo presente che domenica abbiamo suonato la mattina a Napoli e la sera a Triggiano è come se non avessimo avuto mai soste. Ciò mi fa molto piacere, perché vuol dire che il trio ha un appeal molto forte. Poi è stato molto bello il fatto che tutti i locali che ci hanno ospitato in questo tour, ci abbiano riconfermato per la presentazione del disco che abbiamo appena inciso. Questo è un attestato di stima e di fiducia che ci ha ripagato di tutta la fatica fatta per realizzare e portare a termine questo magnifico tour”.

È stato variegato il pubblico che il trio ha incontrato in questo percorso, ma con la loro musica sono riusciti a entusiasmare tutti, dal musicista al profano, dal cultore del jazz ai non addetti ai lavori. Secondo Venezia questo è avvenuto oltre che per la bravura dei singoli musicisti, anche per un legame particolare che si è creato tra loro durante i giorni passati insieme.

“Passare tutto quel tempo, dalla mattina alla sera, con Emmet Cohen ed Elio Coppola, oltre ad essere stato musicalmente formativo, ci ha uniti dal punto di vista umano in maniera molto forte. Questa è stata l’aspetto che ci ha dato la marcia in più nei concerti e nelle registrazioni. Abbiamo condiviso della vita in musica e questo è stato colto da tutti quanti, anche dai non addetti ai lavori, che è la cosa che a me a fatto tanto piacere. Ciò è possibile proprio se vivi delle esperienze forti nel piccolo, tipo svegliarsi la mattina e decidere chi deve fare la doccia per primo,  chi prepara la colazione e queste cose qua. Non ci pensiamo, ma anche queste sono le cose che fanno parte della musica, perché noi suoniamo quello che viviamo. Nel jazz, dati un tema e una sequenza armonica, c’è un’improvvisazione estemporanea che è sempre diversa ed è data dall’umore, dagli stati d’animo. Quello che tu vivi durante il giorno, lo suoni la sera. Io sono convinto che l’aspetto caratterizzante delle nostre performance sia stato il fatto che abbiamo vissuto insieme, queste due settimane, dalla mattina alla sera”.

Adesso il trio terminerà la realizzazione dell’album, contenente i brani proposti durante i concerti, il cui lancio promozionale dovrebbe avvenire ad Ottobre, anche se, per via degli impegni estivi, potrebbe partire con qualche mese d’anticipo.