Un patto per Potenza: l'innovazione di una città

di Giuseppe Giuzio - Parto dalla grinta del nostro leader Fabio Rampelli, con il suo grido "Corrotti" e da Don Luigi Sturzo, il 18 gennaio 1919 ideó "l'Appello ai Liberi e Forti" per lanciare con due messaggi opposti ma convergenti il Patto per Potenza. A distanza di quasi 100 anni, l'appello di don Sturzo risulta, assolutamente, attuale per la città. Nel capoluogo di regione, oggi più che mai sarebbe opportuno un patto tra coloro che non si riconoscono nell'attuale sistema, patto pensato per il rilancio di Potenza, creando, da subito le basi per un governo alternativo. Ci vorrebbe un atto di coscienza (abbandonare ruoli e posizioni ingombranti) e responsabilità (mettere da parte interessi personali e vecchie ruggini, per il bene comune). "Uniti insieme" si propugni, con un atto di coraggio, anzitutto, l'unione delle forze alternative all'attuale sistema e poi si sottoscrivi un Programma fatto di poche linee guida e proposte concrete, che abbiano come prioritario: la centralità della famiglia e dei servizi essenziali; prevedere un più facile ed economico accesso alla scuola dell'infanzia e agli asili nido; il rilancio dell'economia cittadina e dei consumi; il risanamento economico del bilancio comunale; la riduzione degli sprechi per consentire la riduzione delle tasse comunali; la riorganizzazione degli uffici pubblici comunali; la vendita del patrimonio pubblico disponibile non utilizzato; una modifica al Regolamento Urbanistico con particolare riguardo alle campagne; una riduzione degli oneri di urbanizzazione per dare impulso all'edilizia privata e limitare il fenomeno de l'edilizia abusiva; un censimento sulla sicurezza degli immobili pubblici, un approfondimento sul dissesto idrogeologico; il rilancio delle attività economiche, con particolare riguardo alle piccole-micro imprese; ripristinare la vivibilità del centro storico; ridare dignità alle periferie, con intensificazione dei collegamenti e il ripristino della viabilità; intensificare la raccolta differenziata dei rifiuti con il porta a porta e premialitá; riorganizzare un più efficiente servizio dei trasporti pubblici, intensificando i collegamenti con le scale mobili e il ponte attrezzato; ricostruire Bucaletto, impegnando i 70 milioni di euro già stanziati in modo da realizzare villette al posto dei palazzoni, meno cemento più decoro e vivibilità; completare, al più presto, il nodo complesso del Gallitello; dare attuazione alla c.da via verde tra i parchi cittadini, ridando agli stessi l'antico splendore; rilanciare la festa Patronale facendone metà di turisti, intensificare il cartellone teatrale rendendolo accessibile, anche alle fasce più deboli; valorizzare i luoghi della cultura. Poche cose ma essenziale per fare di Potenza la vera città capoluogo di regione. Solo così si può pensare di archiviare 25 anni di strapotere della sinistra. Per dirla con una metafora calcistica, non è più tempo di schemi è, invece, tempo di palla lunga e pedalare, sono indispensabili mediani con grandi polmoni, per contenere chiude in difesa questa sinistra ormai stremata ma ancora orgogliosamente e inconsciamente legata ai suoi governi fallimentari. Per riprendere Don Sturzo: "Uomini liberi e forti" abbiate la volontà di "cooperare ai fini superiori della" città "senza pregiudizi né preconcetti" per diventare vera classe di governo con un grande Patto, che possa far vivere una nuova stagione Potenza e ai tutti i suoi cittadini.