L’ultimo scandalo del petrolio in Basilicata che coinvolge anche il Governo Nazionale dimostra come la Regione Basilicata sia stata soltanto luogo di sfruttamento e non terra da salvaguardare e valorizzare per le sue vocazioni naturali. L’attività estrattiva infatti ha portato inquinamento non solo nella Val D’Agri e nella Val Basento; ha ridotto le superfici agricole utilizzabili a colture agro-alimentari e conseguentemente ha costretto centinaia di produttori agricoli ad abbandonare i terreni. L’immagine della Lucania ridente, ricca di acque, di boschi, di pianure ad alta vocazione agricola, di spiagge basse ed accoglienti, è stata lesa da scellerate politiche di sfruttamento e trasferimento di ricchezze nelle mani di pochi.
È giunto il momento di fermare la mano devastante della politica che ha favorito e favorisce l’industria petrolifera e quella chimica condannando il territorio, l’ambiente, l’agricoltura e il turismo al depauperamento con disastri ambientali ( inquinamento di corsi fluviali, terreni, ecc.), con rischi gravissimi anche per l’incolumità pubblica. Il nostro territorio ha bisogno di ben altro. Così in una nota Tavolo Verde Basilicata.