Fisascat: difendere i diritti anche di lavoratori centri di accoglienza migranti

POTENZA - Si inasprisce il confronto tra sindacato e prefettura sulla vertenza che interessa 46 addetti di tre centri di accoglienza per migranti, a rischio licenziamento a seguito della procedura di cambio di appalto. La Fisascat Cisl ha infatti proclamato oggi lo stato di agitazione del personale coinvolto con la conseguente richiesta alla prefettura di convocare urgentemente il cosiddetto tavolo di raffreddamento. La segretaria generale Aurora Blanca punta l’indice con la prefettura, “colpevole di non aver inserito la clausola sociale nel bando di appalto, scelta che ora mette a rischio il posto di lavoro di 46 lavoratori italiani in quanto le ditte che subentreranno dal 1° luglio - sottolinea la sindacalista - al momento sembrerebbero orientate ad impiegare altro personale e non quello già impegnato nell’appalto. È singolare - continua la segretaria della Fisascat - che mentre da un lato si discute dei diritti dei migranti, dall’altro si calpestino i diritti dei lavoratori italiani. Noi lavoriamo per rispettare i diritti di tutti”. La sindacalista contesta inoltre la scelta della prefettura di non convocare le ditte subentranti all’incontro fissato per domani alle 11.30. Per Blanca “devono essere convocate tutte le ditte aggiudicatarie per poter trovare congiuntamente tutte le soluzioni opportune al mantenimento dei livelli occupazionali e ad evitare un precedente unico e grave a livello nazionale, precedente che metterebbe a rischio tutti i futuri cambi di appalto delle stazioni pubbliche”. Blanca ricorda infine che “anche il nuovo codice degli appalti fa esplicito riferimento alla clausola sociale che serve a garantire la continuità occupazionale e il mantenimento delle competenze e delle professionalità”.