Equitalia, lunedì 14 sciopero nazionale: "Da Renzi solo slogan e condoni"

POTENZA - “La rottamazione della cartelle non è altro che un condono e la soppressione di Equitalia è uno slogan per dirottare l’attenzione dei cittadini dai reali problemi del fisco”. Non usa mezzi termini il segretario generale della First Cisl Basilicata, Gennarino Macchia, per demolire la riforma della riscossione voluta dal governo Renzi. “Si vuole fare credere che chiudendo Equitalia si pagheranno meno tasse, ma ciò non è vero”, accusa il sindacalista, sottolineando che “per ridurre la pressione fiscale servirebbe una riforma seria e strutturata che sappia distinguere fra chi non paga per necessità e chi evade per scelta”.

Il tema nei giorni scorsi è stato discusso dai lavoratori di Equitalia in due assemblee a Potenza e Matera in preparazione dello sciopero nazionale del 14 novembre. Equitalia conta in Basilicata circa 120 dipendenti distribuiti nelle quattro sedi di Potenza, Lagonegro, Matera e Policoro. In crescita di oltre il 10 per cento il volume delle riscossioni nella nostra regione, passate dai 75,4 milioni del 2013 agli 83,1 milioni del 2015. A livello nazionale Equitalia ha recuperato negli ultimi 10 anni oltre 70 miliardi di euro di evasione fiscale, circa 8,2 miliardi solo nel 2015 (+11,2 % rispetto al 2014), mentre gli oneri di riscossione - ovvero quanto trattenuto da Equitalia - sono diminuiti in cinque anni di quasi 100 milioni di euro (tutti i dati citati sono elaborazioni First Cisl dal bilancio Equitalia).

“I dati ci dicono che Equitalia ha funzionato nel contrasto all’evasione fiscale e contributiva - spiega Macchia - mentre i suoi oneri a carico dei contribuenti morosi si sono notevolmente ridotti. Con la rottamazione delle cartelle, invece, il costo della riscossione, che oggi grava esclusivamente sui contribuenti morosi, domani sarà a carico di tutti i cittadini, anche di coloro che pagano le tasse con puntualità. La verità è che Equitalia rappresenta l’ultimo anello del sistema fiscale e su di essa sono stati scaricati tutti i problemi non risolti e i limiti della fiscalità italiana. Questa situazione ha determinato una forte reattività negativa verso Equitalia al cui solo operato, nella mente dei contribuenti, è spesso attribuita la piena responsabilità di situazioni che, invece, sono quasi sempre riferibili all’attività dei diversi enti impositori”.

“Ci viene detto che questi cambiamenti sono stati effettuati nel tentativo di rendere la riscossione più efficace e di diminuirne i costi operativi, ma la ragione vera è che non si è saputo intervenire strutturalmente sul sistema fiscale italiano che, sia in fase di accertamento, sia in quella di riscossione, realizza una politica persecutoria con i deboli e debole con i grandi evasori. Forse sarebbe opportuno andare verso un nuovo e vero accordo fiscale che produca realmente una minore evasione e una reale riduzione delle imposte sui redditi, oggi sproporzionate rispetto al resto del mondo”.

Il segretario della First snocciola i dati sulla pressione fiscale: “Un imponibile di 60 mila euro paga in Italia circa 20 mila euro di Irpef. In Germania 9.272, in Francia 12.469, in Gran Bretagna 15.324, in Spagna 15.992, in Svezia 12.975. Negli Stati Uniti, dove il neo presidente Trump ha fatto della riduzione della pressione fiscale il suo punto di forza elettorale, su 60 mila dollari si versano 10.973 dollari di tasse. È sotto gli occhi di tutti che la sproporzione è schiacciante”.

I sindacati di categoria in più occasioni hanno proposto di istituire un unico soggetto per la riscossione dei crediti dello Stato e degli enti locali, mantenendo l’attuale sistema duale, ossia la divisione tra il soggetto che fa l’accertamento e quello che riscuote. “Il sistema duale determina che le diverse fasi dell’accertamento e della riscossione - spiega il segretario della First Cisl lucana - siano gestite in positiva contrapposizione da tutti i componenti della filiera del fisco, garantendo, nell’interesse del contribuente, la terzietà della pubblica amministrazione. La proposta dei sindacati prevede che l’agente della riscossione, oltre a tutelare il credito, possa svolgere anche funzioni di consulente dei contribuenti e avere pieno accesso alle banche dati degli enti impositori per verificare la fondatezza delle iscrizioni a ruolo, svolgendo così il proprio compito con maggiore flessibilità operativa, per rendere più chiaro e condivisibile il rapporto con il contribuente".