Referendum, Latronico: riforma che riduce spazi democrazia Paese

POTENZA - “Una riforma che riduce gli spazi di democrazia nel nostro Paese e complica quello che dice di semplificare. C'è il tentativo di indebolire la democrazia per servire grandi interessi organizzati per i quali il sistema democratico è un fastidio. Si chiede di dire no perché è stato tradito lo spirito costituente, e quello che dovrebbe essere un momento di coesione finisce per diventare  un passaggio divisivo che spacca il Paese, qualunque sarà l'esito della consultazione referendaria . Il presidente Renzi porta per intero la responsabilità di aver trasformato il dibattito costituzionale in un referendum su se stesso , alla ricerca di una leadership che il popolo non gli  ha mai dato fino ad oggi”. Lo ha dichiarato l’on. Cosimo Latronico (Cor).

“Nel merito , con la riforma proposta , non si semplifica il procedimento legislativo , non si supera per intero il bicameralismo , non si realizzano grandi risparmi. Si peggiora di sicuro  il tasso della democrazia con l'aggiunta  dell'’italicum’, preparato per assegnare alla minoranza più forte, la maggioranza dei parlamentari dell'unica Camera  che dà la fiducia al Governo. Senza sottacere che il sistema potrebbe rischiare la paralisi se una Camera  espressione del voto popolare avesse un orientamento politico e, quella del Senato, frutto del voto dei Consigli regionali, un altro di tutt'altro segno. Non di meno merita conferma la modifica del titolo V che non si limita a definire le competenze tra Stato e Regioni, superando le materie concorrenti, ma realizza una svolta centralistica con una clausola di supremazia che rappresenta la cancellazione delle responsabilità territoriali. Si pensi a materie come il petrolio, su cui le Regioni potranno dire ancor meno di quanto hanno potuto dire a legislazione vigente. Il nostro no – ha concluso Latronico - e' per impedire che si peggiori la qualità della democrazia e della partecipazione, con l'auspicio  che si possa riannodare un dialogo costituente che non trasformi le istituzioni in un duello continuo alla ricerca di un potere senza bilanciamenti”.