"Trasparenza, responsabilità e integrità nella Istituzioni dell'UE". Adinolfi: "Voto di oggi è una sconfitta"

ROMA - «Finalmente, la conferenza dei Presidenti ha deciso di mettere in votazione la relazione Giegold, che teneva in stand-by, dietro pressione del PPE, sin da aprile. Pur non essendo un atto giuridicamente vincolante, la relazione tratta di argomenti di cui la gran parte dei politici europei preferisce non parlare. Singolare e poco democratica è stata inoltre la scelta della stessa conferenza dei Presidenti di non tenere un dibattito in aula su temi di così grande importanza». E’ Isabella Adinolfi, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, a sottolineare quanto stia accadendo in queste ore a Strasburgo.

La trasparenza ed una maggiore etica in politica sono state, da sempre, alcuni dei cavalli di battaglia del Movimento 5 Stelle anche in Europa. «La relazione votata oggi lascia l’amaro in bocca – commenta l’Adinolfi - Basti pensare che sono stati completamente stralciati sia il divieto di candidabilità, per chi abbia riportato condanne definitive, sia l’introduzione di un cosiddetto “cooling off period” che avrebbe evitato il fenomeno delle porte girevoli». In quest’ultimo caso il riferimento è a quei politici che, finito il mandato, sono chiamati a lavorare per banche d’affari, multinazionali o lobby varie.

«Insoddisfacenti e privi di soluzioni efficaci» i paragrafi relativi ai rapporti con i lobbisti, ai conflitti di interessi, compresi quelli riguardanti la trasparenza dei negoziati dei trattati internazionali come il TTIP o CETA. «Per non parlare poi – continua Isabella Adinolfi - dell’assenza di una sollecitazione ad adottare un atto normativo contenente il registro per la trasparenza obbligatorio. Un atto che comporterebbe vincoli molto più stringenti a tutti i livelli decisionali nelle tre Istituzioni: Consiglio (Istituzione assai opaca), Commissione ed Europarlamento». Insomma, Isabella Adinolfi parla di una vera e propria «sconfitta visto che lo stesso Parlamento si era espresso in tal senso in altre sue risoluzioni e proprio in questo periodo si sta negoziando il nuovo Registro».

Con il voto di oggi – conclude l’europarlamentare - si è persa un’occasione che avrebbe consentito di cambiare le cose in meglio e avvicinare i cittadini alle Istituzioni europee percepite come lontane e distanti dai problemi reali».