Selinunte, trovati a le tubature costruite dai greci

Incredibile scoperta a Selinunte, dove sono state rinvenute le antichissime tubature costruite dai greci. Ecco il commento di Caruso, Direttore del Parco archeologico di Selinunte e Cave di Cusa/Soprintendente ad interim dei Beni Culturali ed ambientali di Trapani: “Trovato a Selinunte il sistema idrico costruito dai Greci. Abbiamo portato alla luce anche la più antica raffigurazione del mondo greco di Hekate, rinvenuti luoghi di culto in ambienti domestici come gli altari, oltre che statue, vasi corinzi, addirittura un flauto. Abbiamo ricostruito parzialmente la facciata del Tempio Y. Presenteremo tutto questo alla stampa per la prima volta Martedì 16 Gennaio”.

Pallotta: - Geoarcheologo consulente di Unicam e del Parco Archeologico di Selinunte: “Con termo camera ad alta sensibilità termica trovate tracce sepolte della prima conformazione morfologica di Selinunte risalente a 2700 anni fa. Le stesse anomalie termiche permettono di ipotizzare la presenza di importanti strutture sepolte”.

Materazzi: “Inoltre è stato possibile ricostruire la posizione dell’antica linea di riva e scoprire le tracce di importanti interventi effettuati da quelle popolazioni sul territorio, come deviazioni di corsi d’acqua, captazioni di sorgenti, sbancamenti imponenti per scopi legati al commercio, al culto religioso o militari. Indagini effettuate con metodi geoelettrici poi hanno permesso di caratterizzare il sottosuolo nell’area a sud del Santuario di Demetra evidenziando la presenza di edifici e strutture sepolte”.

Pambianchi : “Siamo riusciti a delineare, attraverso indagini di campagna ed immagini aeree, gli ambienti naturali dei primi insediamenti, fornendo importanti informazioni a supporto delle future immagini archeologiche”.

“Trovati a Selinunte le tubature costruite dai greci ed attraverso le quali l’acqua arrivava nelle case. Abbiamo rinvenuto in queste settimane anche ambienti domestici destinati al culto come ad esempio altari cilindrici e la più antica raffigurazione di tutto il mondo greco di Hekate, personaggio di origine pre – indoeuropea che fu ripreso nella mitologia greca. Ecate o Hekate, regnava sui demoni malvagi, sulla notte, sulla luna. Quella rinvenuta a Selinunte è la più antica raffigurazione di tutto il mondo greco. Martedì presentazione alla stampa”. Lo ha annunciato, Enrico Caruso, Direttore del Parco Archeologico di Selinunte. “ Abbiamo rinvenuto – ha proseguito Caruso – anche vasi corinzi, oggetti ornamentali, statue ed addirittura un flauto sempre dell’epoca greca. Abbiamo ricostruito le case risalenti all’epoca classica ed ellenistica, dopo la distruzione del 409 a.C. Inoltre alla stampa mostreremo la ricostruzione della facciata del Tempio Y. Infatti abbiamo trovato alcuni elementi architettonici che appartenevano alla facciata e siamo riusciti parzialmente a ricostruirla. Si tratta del Tempio dorico, circondato da colonne, più antico tra quelli Selinuntini. Il Parco Archeologico di Selinunte possiamo considerarlo il più grande in Europa in quanto unico, grande sistema che comprende al suo interno un’intera città e due zone suburbane destinate ad accogliere, ad Occidente piccoli santuari e ad Oriente i grandi santuari. Noi daremo alla stampa la possibilità di vedere tutto. Martedì in anteprima assoluta la stampa potrà ammirare la straordinaria ricerca dei geologi dell’Università di Camerino che sono riusciti a vedere, individuare gli strati più profondi del terreno su cui i greci decisero di insediarsi. Questa scoperta ci permetterà di trovare le soluzioni migliori per perpetuare nel futuro prossimo ed anche oltre il patrimonio straordinario di Selinunte”.

La straordinaria ricerca dei Geomorfologi dell’Università di Camerino. “Con termocamera ad alta sensibilità termica, caricata sul drone, i geologi dell’Università di Camerino hanno rilevato sul terreno alcune anomalie termiche riconducibili ad importanti strutture sepolte – ha annunciato il geologo Fabio Pallotta -  che dal “Tempio M” scendono verso il porto di Selinunte.

Verosimilmente, era un susseguirsi di templi e di vasche colme di limpida acqua sorgiva che ruscellava verso il mare africano per offrire prezioso ristoro ai viaggiatori di confine. Da queste immagini termiche tutti possono osservare come il gradiente di calore delinea nel terreno perfetti disegni geometrici che circondano proprio i resti del cosiddetto “Tempio M”, ora collocato lungo la sponda destra del Fiume Selino, ma che in origine spiccava con tutta la sua bellezza sull’estremo promontorio occidentale dell'incantevole laguna”. La stampa  vedrà tutto questo e non solo.

Domani – Martedì -  16 Gennaio – ore 10 -   e Briefing Stampa dei geologi nel Parco Archeologico di Selinunte –  appuntamento all’ingresso del Parco Archeologico – Piazzale Bovio Marconi – Marinella di Selinunte ( Castelvetrano – provincia di Trapani)- Ore 10 e 30  al Baglio Florio per vedere le immagini dal sottosuolo con la termo camera, poi sul luogo oggetto della ricerca, visita ai Templi e possibilità di vedere, filmare, fotografare gli ultimissimi rinvenimenti portati alla luce.

Mercoledì -  17 Gennaio ore 15 – immagini effettuate con termo camera – per la prima volta presentazione degli studi condotti dai ricercatori dell’Università di Camerino – interverrà : Vittorio Sgarbi  - Baglio Florio – Parco Archeologico di Selinunte.

“Anche i greci effettuavano deviazioni di corsi d’acqua ma vedremo il perché. Gli studi fin qui condotti a Selinunte hanno permesso in primo luogo di ricostruire quella che doveva essere l’antica linea di riva al tempo della massima espansione della città greca – ha dichiarato Marco Materazzi, geomorfologo dell’Università di Camerino -   evidenziando la presenza di due porti ubicati immediatamente ad est e ad ovest dell’Acropoli di Selinunte e confermando (integrandole) le ipotesi già formulate dagli archeologi Hulot e Fougères agli inizi del ‘900. Inoltre è stato possibile scoprire le tracce di importanti interventi effettuati da quelle popolazioni sul territorio, come deviazioni di corsi d’acqua, captazioni di sorgenti, sbancamenti imponenti per scopi legati al commercio, al culto religioso o militari.

Interessantissimi sono i risultati dello studio sull’ acqua, la più importante delle “risorse sepolte”, nel territorio di Selinunte, oggi interessato da una grave crisi idrica ma che in passato doveva aver trovato proprio nell’abbondanza d’acqua la fonte della sua prosperità ma allo stesso tempo di gravi problemi, per la presenza di aree paludose e insalubri. Lo studio ha infine permesso, con metodi geoelettrici non invasivi, di evidenziare la presenza nel sottosuolo, al di sotto dei depositi sabbiosi, di “risorse sepolte” ed in particolare di strutture probabilmente riconducibili ad edifici, mura o strade. Future indagini archeologiche potranno confermare e dare risposte definitive su quanto scoperto”.

Tutto Martedì 16 Gennaio in anteprima assoluta per la stampa – ore 10 – Parco Archeologico di Selinunte -

 “Da un anno  – ha affermato Gilberto Pambianchi, Ordinario di Geomorfologia e Geografia Fisica dell’Università di Camerino e Presidente Nazionale dei Geomorfologi Italiani, coordinatore del gruppo di ricerca -  stiamo lavorando ad un progetto di ricerca molto importante e riguardante il sito archeologico di Selinunte, in Sicilia. Siamo riusciti a delineare, attraverso indagini di campagna e con la termo-camera, gli ambienti naturali dei primi insediamenti, dunque una realtà non ancora venuta alla luce, ma che è sotto. Tali indagini le mostreremo alla stampa di tutto il mondo il 16 Gennaio alle ore 10 con un briefing stampa che faremo proprio nel sito archeologico di Selinunte ed esattamente sull’area individuata ed il 17 Gennaio con una convention ufficiale presso Baglio Florio nel Parco Archeologico di Selinunte.  Siamo riusciti anche ad individuare sul paesaggio alcune tracce, molto probabilmente correlate a terremoti, frane, alluvioni del passato che ora dovremmo inquadrare nel tempo. Questi indizi ci consentiranno di registrare una memoria storica estremamente importante per le politiche di prevenzione e di tutela dei siti archeologici in Sicilia ma ovunque, in tutta Italia. A breve eseguiremo una serie di mirati e programmati sondaggi geognostici, strategicamente ubicati nell’area del Parco e fondamentali alla taratura geoarcheologica, stratigrafica, cronologica e paleo ambientale del sito.  Effettueremo dunque sul territorio dei sondaggi meccanici con una larghezza del foro di circa 10 cm ed una profondità variabile dai 5 ai 30 metri. Le carote estratte saranno identificate ed archiviate su apposite cassette catalogatrici depositate presso i laboratori del Parco di Selinunte e quindi messe a disposizione dei ricercatori archeologi, botanici, geologi, storici, climatologi ed esperti di storia dell’alimentazione. Infatti grazie allo studio dei materiali delle carote si potrà risalire alle condizioni climatiche passate, allo stato della vegetazione e, con un po’ di fortuna, anche alla alimentazione degli abitanti di Selinunte”.