Trony, Fisascat: negato esercizio provvisorio

POTENZA - Si complica la vertenza dei 500 lavoratori (una trentina in Basilicata) dei negozi Trony a gestione Dps Group. Il giudice fallimentare del Tribunale di Milano non ha infatti riscontrato le condizioni previste dalla normativa autorizzare l’esercizio provvisorio dei punti vendita. Il curatore fallimentare avvierà pertanto gli atti finalizzati alla vendita e quanto necessario alla liquidazione della compagine societaria presumibilmente. Il tutto dovrebbe concretizzarsi entro un mese e mezzo. Lo rende noto la segretaria generale della Fisascat Cisl Basilicata, Aurora Blanca, che invita l’assessore regionale Roberto Cifarelli a convocare con la massima urgenza un tavolo di crisi regionale con le proprietà dei due centri commerciali lucani interessati, il Polo Acquisti Lucania di Tito e il Centro Commerciale Arcobaleno di Melfi, per individuare soluzioni alternative e garantire i livelli occupazionali. “L’esercizio provvisorio - commenta la sindacalista - avrebbe reso più agevole il percorso di ricollocazione dei dipendenti dei due punti vendita lucani, ma l’impraticabilità di tale soluzione impone la ricerca di percorsi differenti per garantire l’occupazione. Per questo consideriamo necessario l’attivazione di un tavolo regionale per vagliare ogni ipotesi”.

Sulla questione è intervenuto  il segretario nazionale della federazione, Mirco Ceotto: "I lavoratori restano con il fiato sospeso in quanto, a seguito del non accoglimento dell’esercizio provvisorio, il curatore fallimentare verosimilmente dovrà dare pubblicità alla messa sul mercato degli asset aziendali. Pur rispettosi delle determinazioni raggiunte dal giudice fallimentare competente - ha aggiunto Ceotto - crediamo sia necessario che l’iter di cessione che si attiverà da qui a breve abbia tempi stretti e sia finalizzato a conservare il maggior numero possibile dei punti vendita e, possibilmente, di occupati. Siamo consapevoli che la fase liquidatoria che si è inaugurata non garantisce la continuità operativa dei rami aziendali e dell’occupazione. Per la Fisascat sarà prioritario, anche con il concorso degli enti locali presso cui insistono i punti vendita, approntare azioni di sistema per non espellere dal ciclo produttivo professionalità ed esperienze consolidate negli anni» ha concluso il sindacalista".