Fdi-An, "Gioventù e politica: esiste una alternativa a quelli del 'tutto e subito'"

POTENZA - Fra chi a 25 anni arriva beffardo in Parlamento con una vecchia Panda (affinché i giornali di calibro nazionale scrivano un articolo su di lui), chi ci va con i sandali e con la camicia fuori dai pantaloni e chi si trova a Montecitorio senza essere mai entrato in una sede di partito, il passaggio dall'anticasta all'antipolitica, rappresentato dal M5S, è inquietantemente breve. Non giovanilismo, non idealismo, non puro movimentismo.

E se considerassimo che il politico dovrebbe essere la massima espressione del proprio contesto sociale, e quindi una persona addirittura eclettica, la situazione assume caratteri grotteschi.

Sarebbe auspicabile che questi esempi restassero dove si trovano ma, quando si è parlamentari, almeno un minimo di influenza sull'opinione pubblica si esercita, che si voglia o no.

Non è dunque un caso che, da un paio di settimane a questa parte, incontro non di rado persone che, sapendo della mia passione per la politica, mi dicono: "Se ti fossi candidato anche tu con loro, probabilmente ora saresti in parlamento."

Considerando che mi mancano ancora altri 6 anni prima di poter essere candidato alla Camera dei Deputati e che so di non avere ancora né l'esperienza, né le competenze adeguate per assumere una carica così importante, dico che questa frase suscita in me un acuto senso di fastidio e di indignazione perché, se davvero la politica italiana si è ridotta a questo ignobile livello di legittimazione e di giustificazione dell'arrivismo, le prospettive di miglioramento sono molto dubbie.

Da ragazzo, da militante e da rappresentante regionale di un movimento politico giovanile quale Gioventù Nazionale, non posso fare altro che prendere le distanze da questo tipo di fenomeno perché preferisco di gran lunga la passione, l'impegno, l'ardore, i sacrifici e talvolta anche le delusioni che si provano militando in un movimento politico. Le mie idee possono non essere condivise da tanti, il mio operato può essere criticato da tutti, i miei limiti possono essere sottolineati da chiunque li riconosca (e molti li riconosco da solo) ma, nonostante ciò, posso affermare orgogliosamente di aver ingaggiato una battaglia per degli ideali. Quando si milita in un movimento giovanile si da il massimo, si ascolta, ci si confronta, si rischia, si cresce, si impara, si studia, si conosce, si fa esperienza, si difende l'Idea. Ed è questo, secondo me, l'unico criterio utilizzabile per selezionare la migliore classe dirigente poiché solo così possono emergere le migliori energie e i criteri di voto o di legittimazione popolare non saranno più la fortuna e la rabbia, ma saranno il carisma e il merito. Probabilmente questo criterio non è stato contemplato ottimalmente nemmeno in passato, altrimenti non ci spiegheremmo le catastrofi create dai politici negli ultimi decenni ma, in questo preciso momento, il fenomeno si sta affermando sempre di più e sempre più irreversibilmente.

L'unico modo per invertire questa turpe tendenza è ripartire dalle singole coscienze e dalla coerenza delle idee perché solo così si potrà esprimere la migliore delle rappresentanze, solo così sarà possibile individuare il vero leader, e un po' di sana militanza è sicuramente più efficace rispetto a qualche click di troppo sul web. Così in una nota Mario Migliaccio, Coordinatore regionale Gioventù Nazionale Basilicata.