Per il segretario della Cisl “il conflitto non può essere la premessa del confronto ma deve fungere da stimolo quando il confronto non avanza o non produce i risultati attesi. In un ambito così complesso come il Cova – continua Gambardella – riteniamo necessario che qualsiasi azione, ivi compreso il ricorso a forme di mobilitazione più radicali, che noi non escludiamo, debba essere sempre e comunque preceduta da un confronto che costruisca democraticamente la piattaforma, la strategia e le conseguenti azioni; confronto cui debbono partecipare con pari dignità tutti gli attori sindacali interessati in ragione del fatto che il distretto petrolifero della Val d’Agri coinvolge lavoratori di diverse categorie e con diversi contratti collettivi di lavoro”.
“Ciò che in questa fase va assolutamente scongiurato è scivolare nella logica del muro contro muro, logica che farebbe gli interessi di chi rifiuta a priori ogni confronto con il sindacato. Riteniamo perciò necessario che, a fronte di una chiusura miope da parte di Confindustria, sia la Regione Basilicata a scendere in campo con tutta la sua autorevolezza istituzionale per sbloccare il confronto e contribuire alla ricerca di un punto di mediazione. La Cisl – conclude Gambardella – continua a credere e a perseverare nella linea dell’unità sindacale purché essa significhi partecipazione democratica e condivisione collegiale delle scelte da mettere in campo nell’interesse esclusivo dei lavoratori”.