“Una cattiva pratica – continua la sindacalista – che si alimenta anche grazie al silenzio e in alcuni casi alla complicità degli enti appaltanti che aggiudicano le gare senza tenere conto delle tabelle ministeriali, consentendo poi alle imprese di aggirare la clausola sociale nei cambi d’appalto per compensare i ribassi molto elevati”, spiega Blanca che lamenta anche controlli poco incisivi da parte dell’ispettorato del lavoro. “Non basta comminare delle sanzioni alle imprese inadempienti – aggiunge la segretaria della Fisascat – ma occorre procedere in modo tempestivo anche al ricalcolo delle buste paga per riconoscere ai lavoratori quanto dovuto in termini di salario, contributi previdenziali e diritti non goduti. Questo in alcuni casi non è avvenuto col risultato che le aziende continuano a fare quello che vogliono e i lavoratori perdono salario e diritti”, denuncia Blanca.
Del resto, lo stesso ispettorato nazionale del lavoro, in una nota pubblicata sul proprio sito, rivendica la propria azione di contrasto al dumping contrattuale, in particolare nel settore del terziario, nei confronti di quelle imprese che non applicano i contratti ‘leader’ sottoscritti da Cgil Cisl Uil, sottolineando – testualmente – che “anche gli eventuali soggetti committenti risponderanno in solido con le imprese ispezionate degli effetti delle violazioni accertate”. “Questo significa – conclude la leader della Fisascat Cisl Basilicata – che anche le stazioni appaltanti devono essere più vigili nei confronti delle ditte appaltatrici e stabilire nei bandi di gara in modo esplicito e vincolante il contratto di riferimento e la clausola sociale, prevedendo al contempo la rescissione del contratto d’appalto in caso di inadempienze”.