“La logica conseguenza di questa strategia – continuano Gambardella e Padula – sarà la perdita di posti di lavoro poiché nel migliore dei casi obbligherà centinaia di dipendenti a trasferirsi o dedicarsi ad altre attività su un territorio diversificato. Così viene meno il valore sociale di un’azienda che rappresenta un patrimonio industriale del paese e che per milioni di famiglie a basso reddito e piccole imprese rappresenta un punto di riferimento insostituibile. La strategia di Enel tutta imperniata nella creazione di valore di breve periodo per gli azionisti – proseguono i segretari della Cisl e della Flaei – è fuori dal tempo perché non tiene conto del fatto che una moderna etica d’impresa oggi non può prescindere da un rinnovato rapporto di presenza e fiducia con la clientela e con i lavoratori che per un’impresa sono importanti quanto e non più degli azionisti”.
Per Gambardella e Padula “il piano di ridimensionamento di Enel è solo l’ultimo atto in ordine di tempo di una più complessiva strategia di marginalizzazione della nostra regione che nel corso degli anni ha progressivamente perso i centri nevralgici sia dello Stato sia delle grandi imprese in nome di una falsa cultura dell’efficienza che paradossalmente produce più inefficienza e meno qualità dei servizi. Purtroppo – concludono i segretari della Cisl e della Flaei – dalle istituzioni locali non si è levata alcuna voce contro il depauperamento della nostra regione in un silenzio assordante che rende la classe dirigente lucana consapevolmente complice di questo disegno”.