Lomunti (M5S): I denti stretti del pettine di Salvini


Tutti i nodi vengono al pettine. Soprattutto in politica e soprattutto con un partito come la Lega al quale, in questo anno di governo, gli è interessato solo l'autonomia del Nord, il codice degli appalti da cancellare (le regole hanno sempre infastidito il partito del cemento e delle opere inutili) e i decreti sicurezza uno e due, mitigati e rivisti dal M5S, perché nelle loro prime proposte, risultavano palesemente incostituzionali o che avrebbero diviso il Paese. Come l'assurda richiesta di regionalizzare la scuola, proposta bloccata dal M5S e dal premier Giuseppe Conte.

Il resto delle cose fatte a vantaggio dei cittadini, alla Lega di Salvini, non interessano, come, in realtà, non interessa nemmeno la questione migranti. La cavalcano strumentalmente, altrimenti non avrebbero fatto cadere un governo che ha appena ottenuto in Europa la garanzia che il nuovo Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, riaprisse la discussione sul Trattato di Dublino, quello che vieta che i migranti sbarcati sul suolo di un Paese comunitario, poi vengano ridistribuiti in tutta Europa. Trattato che ricordiamo firmò a suo tempo, senza contestarlo, la stessa Lega di Salvini, in piena contraddizione con quanto vanno tuttora affermando in televisione contro i migranti.

Non vogliono poltrone e non cercano rimpasti, ha detto Salvini, che al solito la butta sul generico.

Ma chi non vuole poltrone, non fa annunci: le taglia!

A settembre c'era il passaggio definitivo per cancellare 350 “poltrone” di parlamentari, che ora rimarranno a pesare sugli italiani.

Parlano di certezze e scelte coraggiose e condivise, loro che, al ministero dell'Interno, hanno un leader che non si è fatto quasi mai vedere in un anno di governo. Tant’è che apre una crisi al ritorno da due settimane passate in spiaggia a fare il disk jockey. Mentre tutti i ministri del Movimento erano, con il premier Conte, stabilmente nei ministeri a lavorare per l'Italia.

In Commissione giustizia, ad esempio, proprio in questi giorni si è conclusa la scrittura delle riforme dei codici di Procedura Civile e Penale, attese da decenni affinché gli italiani potessero finalmente avere un giusto processo. Ma uno dei più grossi nodi al pettine della Lega è proprio la riforma del codice Penale, la quale conferma due “chicche” giuridiche, contenute nella legge “Spazzacorrotti” del ministro Alfonso Bonafede, temute dal panorama politico e giudiziario italiano: il ricorso al raffinato sistema “Trojan”, per le intercettazioni anche contro la corruzione in politica e nella Pubblica amministrazione, e la regolamentazione dei termini della prescrizione di un reato. Per evitare che i termini brevi previsti, possano consentire ai politici corrotti di farla franca.

E questo è forse il più grosso nodo al pettine di Salvini, per il quale sarà stato chiamato all'ordine da chi gli muove i fili delle sue scelte politiche.

Arnaldo LOMUTI (M5S) Portavoce al Senato
Vicepresidente del gruppo M5S
Membro della 2ª Commissione permanente (Giustizia)
Membro della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati