Ministro Amendola a RTL 102.5: “I dazi fanno male. Unione Europea scenda in campo per negoziare”

ROMA - Il Ministro degli Affari Europei Enzo Amendola è intervenuto questa mattina ai microfoni di RTL 102.5 durante “Non Stop News”.

Ci dice il suo pensiero sui dazi e sull’Europa?

I dazi fanno male non solo all’Europa, a un paese come il nostro che per un terzo della sua ricchezza vive di export perché siamo un paese che produce bellezze e ricchezze che vendiamo in tutto il mondo. Le guerre commerciali non portano mai bene, lo abbiamo visto in passato e lo vediamo oggi. Quello che diciamo ai nostri amici americani, dopo questa sentenza sull’Airbus, è di negoziare. Gli accordi commerciali sono molto più utili e con il negoziato si possono risolvere tutte le controversie. Ovvio che l’UE che ha il mandato di negoziare per tutti i 27 paesi europei, adesso deve scendere in campo, con gli Stati Uniti ma anche con la Cina perché siamo una potenza mondiale anche noi e dobbiamo far rispettare i nostri prodotti nazionali.

Abbiamo ancora tempo di negoziare? Possiamo evitare questo 25 %? Non è che gli Stati Uniti, nel caso specifico dell’Italia, vogliono far pagare anche l’accordo con la Cina?

No, questa è una sentenza dell’Organizzazione Mondiale del Commercio che si discuteva da tempo, sull’Airbus, c’è un’altra sentenza che arriverà di qui in primavera che riguarda la Boeing che è una compagnia americana. Io dico, invece di entrare in queste controversie, perché quando si mettono i dazi ci sono contro risposte che possono far male, è meglio sedersi e negoziare, soprattutto tra amici. Perché Europa e Stati Uniti, addirittura pochi anni fa, stavano discutendo di un accordo commerciale complessivo, il TITIP. L’Europa ha fatto accordi con il Canada, con il Giappone, siamo una di quelle potenze mondiali che non ha paura di sedersi, negoziare e trovare le soluzioni.

L’Europa con cui si trova a interloquire quanto è diversa da quella che sognava da giovane ?

L’Europa di oggi, non solo perché da giovane ero magari più entusiasta e ottimista, è troppo lenta, ha troppi ritardi, discute molto e decide poco, adesso bisogna farla tornare a correre. Deve essere più verde, più giusta, più inclusiva, ci serve un’alleanza come quella dell’Unione Europea ma un po’ differente da come la sognavamo. Non lo dico perché sono un’ euroscettico o un euro ottimista ma perché, se alziamo lo sguardo e vediamo quello che succede nel mondo, guerre commerciali, squilibri, quest’Europa, anche se claudicante, teniamocela stretta, ci serve. Torniamo a farla correre.

Qualcuno l’ha lasciata scappare, parliamo di Brexit. Lei lunedì incontrerà degli italiani che sono a Londra, e non solo, che tipo di messaggio vuole provare a portare loro?

Noi abbiamo più di 600.000 italiani che vivono in Inghilterra da tanti anni, noi come Governo andremo lì per dire, innanzitutto, che difendiamo i loro interessi perché bisogna registrarli in modo da non avere problemi in caso di Brexit e difendere anche le nostre aziende. Abbiamo una forte presenza commerciale di scambi, di presenza anche forte, nell’agroalimentare, nelle ferrovie, tanti progetti di amicizia tra i due Paesi. Riguardo la Brexit penso che bisogni parlare poco in questa fase, tutti aspettiamo una proposta del Governo britannico e, come ha detto Juncker, fino all’ultimo minuto dell’ultima notte di negoziato l’Unione Europea è pronta a discutere una Brexit ordinata, perché una disordinata farebbe molto male all’economia europea e mondiale.

Ieri è arrivata una proposto last minute di Johnson.

Non bisogna commentare, è una scelta del popolo inglese, la rispettiamo, anche se con sofferenza, ma la proposta deve venire ufficialmente al Governo e si negozierà fino all’ultimo minuto dell’ultima notte. L’UE andrà avanti più forte e chi aveva in testa di uscire, guardando quello che è successo in Inghilterra negli ultimi due anni, ha cambiato opinione molto rapidamente.

Da napoletano e da politico come vede lo stato di salute della città? Come giudica la guida di De Magistris e come il PD può tornare ad avere un rapporto con un territorio che ha un po’ abbandonato?

Domani farò un bilaterale con la mia omologa francese, sa che con la Francia non c’è stato buon feeling negli ultimi mesi, e lei ha chiesto di farlo non a Parigi, non a Roma ma a Napoli e lo facciamo partendo dal Grenoble dove ci sono studenti italiani, famiglie francesi. Gireremo la città, faremo un bilaterale e andremo ad un centro di sviluppatori di start-up che è nella periferia sud di Napoli. Capisco che ci sono molti problemi, magari il PD a Napoli è un po’claudicante, ci sono molte contestazioni all’Amministrazione Comunale, però allo stesso tempo c’è una voglia di Napoli in giro per l’Europa di cui spesso non ci accorgiamo. Abbiamo un progetto, che è quello di fare un bilancio europeo che approveremo nei prossimi mesi e parte di questo bilancio non è solo per gli stati ma anche per le città. Cioè la possibilità di sviluppare con fondi europei delle attività e quello crea lavoro perché non crea solo ricerca ai giovani che non vanno all’estero ma restano a Napoli per costruirsi imprese di pensiero e di tecnologia. Quelli che sono i fondi europei arrivano anche nei nostri territori, non solo a Roma.