“La questione è resa ancor più grave dal fatto che ci troviamo alle porte della stagione della raccolta per molte coltivazioni e che tali problematiche vanno ad aggiungersi alle non poche difficoltà legate alla pandemia del Coronavirus, andando a erodere ulteriormente la già provata redditività dei produttori agricoli”, prosegue Minichino.
“Per tali ragioni, facciamo appello alla Regione Basilicata affinché si adoperi con urgenza per accelerare quanto possibile le procedure e le tempistiche necessarie al riconoscimento e al risarcimento dei danni; ci rivolgiamo, in particolare, al vicepresidente della Regione e assessore all’agricoltura Francesco Fanelli, al quale chiediamo di farsi promotore presso il Mipaaf di un confronto finalizzato alla sempre più improcrastinabile individuazione di una soluzione legislativa certa e immediata che possa andare nella direzione di risolvere, o quantomeno contenere, il grave problema dei danni causati all’agricoltura dalla fauna selvatica”, suggerisce il presidente della Copagri Basilicata.
“Non è più rinviabile, infatti, l’avvio di un serio piano per la gestione controllata delle specie faunistiche invasive, che oltre a rappresentare un concreto pericolo per le produzioni agricole, comportano problematiche di carattere igienico-sanitarie e mettono a rischio la pubblica incolumità, come dimostrano numerosi tristi episodi di cronaca”, rimarca Minichino.
“Nella sola Basilicata, ad esempio, parliamo di un problema che, secondo recenti stime dell’Osservatorio regionale degli habitat naturali, popolazioni faunistiche e biodiversità del dipartimento regionale all’Ambiente, dipende dall’azione pressoché indisturbata di oltre centomila cinghiali”. conclude.