Sorprende ancora di più il cosiddetto “social engineering” ovvero la tecnica di hackeraggio che punta sul fattore umano sfruttando la buona fede delle persone.
Di recente è stata lanciata una massiva attività di cybercrime con email di phishing contenenti ransomware. Il #virus #trojan, chiamato FuckUnicom, sfruttando l’occasione del codice IMMUNI, rilascia un file .exe attraverso un dominio del tutto identico a quello della Federazione Ordine dei Farmacisti Italiani che, una volta eseguito, visualizza la mappa dei contagi ad imitazione di quella ormai celebre della Johns Hopkins University e avvia il processo di cifratura.
Successivamente sul pc delle vittime compare la richiesta di riscatto in Bitcoin e le istruzioni di pagamento.
Consigli:
• Non procedere mai ad alcun pagamento, anche perché non è certo che sia restituito il materiale criptato;
• tenere sempre aggiornato il sistema operativo del proprio pc;
• installa un buon antivirus o antimalware;
• effettuare con scadenza ravvicinata il backup dei dati presenti nel proprio supporto informatico al fine di evitare la perdita degli stessi;
• fare attenzione alle e-mail che arrivano “non attese”, evitando di aprire file allegati o seguire link indicati;
• cestinare le e-mail sospette.
Se sei in difficoltà o hai bisogno di aiuto scrivi a:
www.commissariatodips.it/segnalazioni/segnala-online/index.html
Un’altra truffa che merita la più ampia notorietà in un momento in cui a migliaia scaricano o sono incuriositi dall’app IMMUNI, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. Perché nonostante gli avvertimenti e gli inviti all’attenzione che continuamente rivolgiamo a tutti coloro che utilizzano la rete, sono ancora troppi i cittadini che in totale buona fede si fanno fregare. Il modo migliore per difendersi, è quello di seguire fedelmente le indicazioni della Polizia Postale. Nel caso siate comunque incappati nella frode potrete rivolgervi agli esperti della nostra associazione tramite i nostri contatti email info@sportellodeidiritti.org o segnalazioni@sportellodeidiritti.org per valutare immediatamente tutte le soluzioni del caso per evitare pregiudizi.