Venosa (Pz): il Comune risponde alle accuse della dirigenza della squadra di calcio


VENOSA (PZ) - Per il M5S Venosa (PZ), salire a Palazzo Calvini è stato un po’ come aprire il famoso “vaso di Pandora” e svelare quelle verità nascoste, che fanno male e che spiegano anche i motivi in base ai quali questa nostra amata città faticava a sentirsi “comunità”.

Dall’urbanistica alle opere pubbliche fino all’associazionismo: non è mai esistita una norma organica di riferimento, in grado di creare un equilibrio comunitario.

In questi giorni, ad esempio, la dirigenza della squadra locale di calcio tuona l’eliminazione del titolo “Venosa” dal nome della stessa squadra e non solo: si accusa in modo diffamatorio “di vicende poco chiare legate al comportamento di alcuni degli attuali amministratori”.

Accuse torbide e generiche, dietro le quali si celano le promesse verbali, senza alcun riscontro deliberativo da parte della passata amministrazione, che era solita elargire, in favore della suddetta squadra di calcio, dai 7 ai 10 mila euro all’anno (a volte attingendo persino dal fondo di riserva!).

Per il 2019 la dirigenza chiedeva al M5S Venosa di dar seguito alle promesse degli ex amministratori. L’attuale Giunta però non ha trovato nessun atto ufficiale relativo a questi accordi. E questo ha causato non pochi problemi, perché, come tutti sanno, il bilancio comunale è il bilancio di una comunità e deve rispondere a determinate voci per far fronte ai servizi che, pur nelle difficoltà, vanno erogati. E di difficoltà ne abbiamo trovate a non finire! Alla bufera giudiziaria e alla pandemia, si aggiungano diversi decreti ingiuntivi.

Un esempio: all’inizio di questo nefasto 2020, l’Unione dei Comuni ha minacciato di sospendere il servizio della raccolta differenziata, perché Venosa era debitrice di circa 400 mila euro dovuti per l’anno 2018 e mai versati dall’ex amministrazione. Da quel momento, ogni risorsa disponibile è stata utilizzata per un adeguato piano di rientro di quella esosa somma, davvero insostenibile per un bilancio così “ingessato”.

Le ferite sono tante e la riabilitazione necessita dei suoi tempi. 

La “competenza” del passato si basava sui patti di equilibrio tra i sostenitori politici, per risolvere in maniera alquanto sbrigativa questioni sulle quali nessuno avrebbe trovato mai il coraggio di sindacare.
L’“incompetenza” di oggi si basa sul difficile percorso della trasparenza in favore della collettività e mai del singolo.

In ultimo, se la dirigenza dell’Oraziana Venosa prima e il COVID dopo non ci avessero “chiuso le porte”, avremmo anche potuto organizzare una cerimonia degna della vittoria della squadra.

Nonostante tutto continuiamo ad essere aperti al dialogo, per ripartire all’insegna di quei valori che Istituzioni e Sport hanno il dovere morale di trasferire ai giovani.