Così dovrebbe cambiare il piano vaccinale

ROMA - Addio primule, si a ogni luogo adatto in cui effettuare il maggior numero possibile di somministrazioni. La linea dell'esecutivo guidato da Draghi sembra chiara.

Giovedì 3 febbraio è stata comunicata alle regioni una importante modifica al piano che regola la campagna vaccinale contro il coronavirus, che è stato modificato dopo la ridistribuzione delle forniture delle dosi di Pfizer-BioNTech e Moderna, e la raccomandazione dell’AIFA di somministrare il vaccino di AstraZeneca preferibilmente alle persone tra i 18 e i 55 anni. Il piano vaccini originale era stato organizzato a dicembre con una serie di aspettative diverse – e ben più ottimistiche – riguardo alla capacità delle aziende farmaceutiche di produrre milioni di dosi in poco tempo.

La novità più significativa è che la fase 3 del piano è stata anticipata, per le novità nella disponibilità dei vaccini: quindi le prenotazioni e le somministrazioni su milioni di persone sotto i 55 anni di diverse categorie, dagli insegnanti alle forze armate ai lavoratori dei servizi essenziali, cominceranno probabilmente già dalla prossima settimana con il vaccino AstraZeneca.

Questa fase avverrà in parallelo alla conclusione della fase 1, quella che riguarda gli anziani con più di 80 anni e che sfrutta i vaccini di Pfizer e Moderna. Oltre a questo, sono state definite nuove categorie prioritarie per la fase 2, che se non ci saranno grossi intoppi comincerà ad aprile coinvolgendo le persone fragili e quelle via via sotto gli 80 anni, fino ai 55.