Exos, Pittella e Cifarelli: "Gravissima la non interlocuzione"

POTENZA - Per i consiglieri del Pd “la Basilicata non può sacrificare occasioni faticosamente costruite nel passato sull’altare dell’arrogante inerzia, sufficienza ed incapacità dell’attuale Giunta”

“É un fatto grave quanto riportato dalla stampa sulla mancata interlocuzione della Regione con l’azienda Exos, avviata da noi nel 2018 e poi persasi nei meandri delle ‘strategie di sviluppo mai conosciute’ del governo Bardi. Ed è grave perché la Basilicata non può sacrificare occasioni faticosamente costruite nel passato sull’altare dell’arrogante inerzia, sufficienza ed incapacità dell’attuale Giunta. Tutto questo ci fa rabbia e ci chiediamo se davvero Bardi ed i suoi assessori abbiano capito dove si trovano. E se e a distanza di due anni ancora non è avvenuto, questo non è più tollerabile”.

Lo sostengono i consiglieri del Pd, Marcello Pittella e Roberto Cifarelli in riferimento alle notizie di stampa circa il mancato investimento in Basilicata dell’azienda Exos ed aggiungono: “Nella passata legislatura, tanto criticata dal ‘disattento nuovo’ che ci governa, abbiamo provato a vedere lungo, ponendo le basi per politiche di sviluppo che avrebbero dato i suoi frutti nel tempo. Questo è quanto abbiamo fatto immaginando le Zes. Il governo regionale sa cosa siano? Questo abbiamo fatto stringendo accordi e lettere d’intenti con grandi player come la Exos Aerospace System & Technologies Inc. Il governo regionale sa che c’è bisogno di una linea politica, di una interlocuzione istituzionale garbata ma serrata? O pensa che non sia importante”?

“Ma a ben guardare – proseguono - ci hanno già dato prova di non aver compreso cosa fosse la S3 o cosa fossero gli incubatori di impresa sui quali tanto abbiamo investito durante il nostro mandato. Noi abbiamo seminato, al nuovo governo spetterebbe solo raccogliere. L’assessore Cupparo faccia luce su quanto accaduto e provi a recuperare il recuperabile, o ci facciano tutti il piacere: si mettano da parte”.

“La Basilicata – concludono - non merita che il buono venga distrutto, che i progetti da portare a casa vengano dimenticati, che le lancette tornino indietro ad un arcaico e stanco modo di intendere la responsabilità politica di un territorio”.