Patentini e passaporti di vaccinazione: Bolognetti scrive al sindaco di Maratea

ROMA - “Vorrei chiedere al sindaco di Maratea, avv. Stoppelli, in base a quale legge della Repubblica gli albergatori di Maratea sarebbero autorizzati a chiedere passaporti e patentini di vaccinazione”.

Inizia così la lettera che Maurizio Bolognetti, Segretario dei Radicali Lucani, ha scritto al Sindaco di Maratea in merito all’ipotesi di pretendere dai turisti che dovessero scegliere la Perla del Tirreno una certificazione che confermasse di aver effettuato il vaccino per il Covid-19.

“Vorrei chiedere all’avvocato Stoppelli – aggiunge Bolognetti – se ha letto il rapporto redatto dal Consiglio d’Europa e la risoluzione votata pochi giorni fa dallo stesso. A beneficio del primo cittadino di Maratea e degli illustri membri del Consorzio Turistico Maratea gioverà riportare la posizione assunta dal Consiglio:

“Gli Stati devono informare i cittadini che la vaccinazione non è obbligatoria e che nessuno deve farsi vaccinare se non lo vuole” […] Gli Stati devono “garantire che nessuno sarà discriminato se non è vaccinato”. Secondo l’assemblea “i certificati di vaccinazione devono essere utilizzati solo per monitorare l’efficacia, i potenziali effetti collaterali e negativi dei vaccini”, perché “utilizzarli come passaporti sarebbe contrario alla scienza in assenza di dati sulla loro efficacia nel ridurre la contagiosità, la durata dell’immunità acquisita”.

Gioverà sottolineare – prosegue Bolognetti – che al momento non ci sono certezze assolute sull’efficacia dei vaccini autorizzati. Su autorevoli fonti, quali il magazine della Società Italiana di Farmacologia, alla domanda “che cosa non sappiamo ancora di questi vaccini” leggiamo la seguente risposta: “Essendo in condizioni di emergenza le sperimentazioni di fase 3 sono durate meno del solito, hanno valutato solo i parametri più importanti (funziona e, se si, su che percentuale dei vaccinati) e sono state fatte essenzialmente sui giovani e sugli adulti, perché si sa che, di solito, i vaccini funzionano meglio su queste popolazioni. Quindi noi abbiamo pochissimi dati su 4 questioni che credo fondamentali: 1) durata della protezione, 2) efficacia del vaccino nella popolazione anziana, 3) efficacia del vaccino nell’impedire che il soggetto diventi portatore sano, 4) percentuale di soggetti che vanno incontro ad effetti avversi che possono insorgere dopo mesi dall’inoculo del vaccino”.

Credo sia inutile sottolineare che in italiano la parola “fondamentali” sta a significare che trattasi di questioni non marginali, questioni importanti. Fondamentali, appunto!

Francamente – aggiunge Simonetti – faccio fatica ad immaginare una Maratea circondata dal filo spinato, mine antiuomo e fossati con caimani e coccodrilli, anche se, volendo esercitare la mia fantasia, potrei provare ad immaginare il sindaco Stoppelli nel ruolo che fu del doganiere nel film “Non ci resta che piangere”: “Chi siete, cosa fate, cosa portate, quanti siete, certificato di vaccinazione e un fiorino”.

Abbandonando le citazioni da cinefilo, mi limito a porre al sindaco di Maratea una semplice domanda: in base a quale legge della Repubblica qualcuno potrebbe chiedere a un turista che decidesse di scegliere Maratea per le sue vacanze un certificato/passaporto di vaccinazione?

Aggiungo che in linea di principio occorre stare molto molto attenti. A questo punto perché non chiedere anche un check-up completo da realizzarsi poco prima di varcare i confini di Maratea? Test hiv, verifica di eventuali infezioni da epatite, ecc. ecc. E volendo – conclude Bolognetti -proprio esagerare anche un bel certificato che attesti lo stato di salute mentale (un patentino a parte)”.

Nella foto di copertina: Bolognetti a Maratea insieme alla moglie Maria Antonietta Ciminelli e Teresa Sirianni