Sanità: penalizzati over 65enni che vivono in aree rurali

 

Vanno rafforzati i servizi territoriali e la sanità di prossimità, serve aumentare il numero del personale sanitario, medici e infermieri, investire sulla prevenzione e sulle nuove tecnologie, come la telemedicina, sviluppare una sanità a misura di anziano soprattutto di quanti vivono in aree rurali.

A sottolinearlo è Anp, l’Associazione nazionale pensionati di Cia-Agricoltori Italiani che condivide per questo, appieno, il recente appello di medici e scienziati, tra cui premi Nobel, affinché si ponga rimedio subito alla grave crisi del Ssn. Se le liste d’attesa sono al collasso, con prestazioni che risultano non prenotabili, nonostante le impegnative prescritte dal medico di base siano a 30 giorni o 60 giorni, per gli agricoltori pensionati la situazione ha conseguenze ancora più pesanti.

 “In tanti –osserva Anp, Associazione nazionale pensionati, Cia Basilicata, circa 8mila associati – sono costretti a rivolgersi al privato”.

Ma la vera novità, stando all’ultimo report di Anp-Cia, è che il 40% della popolazione rinuncia addirittura a curarsi a causa degli elevati costi proprio nel privato. Non potendo più fare affidamento sulla sanità pubblica, arrivano a spendere, in media, 730 euro all’anno per le visite mediche specialistiche.

Anp-Cia, dunque, – si afferma in una nota – rilancia la richiesta a Governo e Parlamento: si passi a un Piano straordinario di investimenti, quantificato nell’8% del Pil, e finalizzato a intervenire sulle maggiori difficoltà del Sistema. Questo, prima che il progressivo definanziamento raggiunga il 6,2% del Pil previsto per il 2025, quando è noto che sotto il 6,5% i servizi essenziali non possono essere garantiti a tutti i cittadini.

Da Anp-Cia il reiterato allarme per la mancanza di attenzione istituzionale che vede penalizzata per lo più la salute dei più fragili, di pensionati e anziani, in particolare delle aree interne e rurali. 

Il Piano straordinario di interventi -precisa, infatti, Anp-Cia- si sta rivelando fondamentale per l’adeguamento delle strutture ospedaliere e le Case di Comunità. Inoltre, occorre attuare la Riforma della non autosufficienza, secondo il vero spirito della legge, ovvero, tutelando l’accesso ai servizi di prossimità per tutti e il sostegno alle famiglie, riconoscendo il ruolo dei caregiver. Anche su questo tema pare si continui a procedere in direzione diversa, come evidenziato dal “Patto sulla non autosufficienza”, sostenuto da oltre 60 organizzazioni tra le quali Anp-Cia.

Infine, non è d’aiuto il progetto legislativo in corso sull’autonomia differenziata. In campo sanitario -chiosa Anp-Cia- rischia di inasprire le differenze quanto a efficienza fra Sistemi sanitari regionali, aggravando così i livelli di disuguaglianza sociale e di diritti, a discapito del Sud Italia.

“Il Sistema sanitario nazionale, con il suo carattere pubblico e universalista, è una delle più importanti conquiste sociali, di democrazia e del sistema dei diritti nel nostro Paese -dichiara il presidente di Anp-Cia, Alessandro Del Carlo-. Non si metta a repentaglio ciò che da sempre è garanzia di coesione sociale, rispetto dei diritti delle persone e futuro per la società e l’economia italiana”.