Così Vito Santarsiero, sindaco di Potenza, alla manifestazione Anci, Upi e Regioni per chiedere le modifiche alla manovra economica del governo. “I Comuni, gli Enti locali - ha aggiunto Santarsiero - non sono il luogo della spesa e dello sperpero ma il luogo dello sviluppo e della crescita. Sono anche il luogo degli eletti, della classe amministrativa responsabile che si confronta con la gente e vuole la crescita delle comunità. Politiche contro i Comuni sono politiche contro la gente, contro i servizi, contro lo sviluppo e contro il futuro, contro il Dna del Paese. Vogliamo ancora partecipare ai sacrifici ma ci sono cose incomprensibili. E’ incomprensibile – ha spiegato il sindaco - il Patto di Stabilità che, bloccando fondi già impegnati, senza nessun utile per le Amministrazioni, blocca di fatto i lavori, fa aprire contenziosi per le Amministrazioni, fa fallire le imprese, fa licenziare i lavoratori, penalizza drammaticamente l’economia reale. Come ci lascia assolutamente increduli il fatto che lo stesso Patto viene non solo appesantito ma esteso anche ai Comuni tra 1000 e 5000 abitanti. E’ assolutamente necessario rimuoverlo. Non comprendiamo tagli di queste dimensioni che scaricano sui cittadini le manovre finanziarie, non comprendiamo perché si ingessa la Pubblica amministrazione, non comprendiamo perché non si parla più di Federalismo, di costi standard, di fabbisogni standard, di perequazione economica, di perequazione infrastrutturale, di autonomia fiscale e gestionale. Come non si comprende perché è affidato alla improvvisazione degli articoli 14, 15 e 16 della manovra un nuovo modello istituzionale senza che il tutto venga affrontato seriamente dalla Carta delle Autonomie.
Fermiamoci, - ha così terminato Santarsiero - prendiamo tempo qualche mese per una seria riforma istituzionale, per una seria legge elettorale, per serie regole di buona gestione. Così il Paese può riprendere il suo cammino.”
Fermiamoci, - ha così terminato Santarsiero - prendiamo tempo qualche mese per una seria riforma istituzionale, per una seria legge elettorale, per serie regole di buona gestione. Così il Paese può riprendere il suo cammino.”