"Il Pdl e il silenzio degli agnelli"

POTENZA. Un famoso thriller da cinque premi Oscar “The silence of the lambs”, il silenzio degli agnelli (tradotto in italiano nel silenzio degli innocenti) mi ha ispirato per questa breve riflessione sulla situazione del PDL.
Perché proprio di questo si tratta.
Milioni di persone messe a tacere senza possibilità di poter sapere a due mesi dal voto in che modo i candidati al parlamento saranno scelti e con un premier ancora da individuare.
Al silenzio dei vertici segue a cascata quello dei responsabili territoriali.
Tanti agnelli (gli aderenti al PdL) ammutoliti dallo sgomento, impotenti innanzi ai "potenti".
Un paradosso quello che si sta perpetuando che salterebbe agli occhi anche del più sprovveduto degli uomini, ma che invece pochi, pochissimi ne sollevano il problema incuranti del belare aspro e indomito degli agnelli.
Sarebbe necessario un rinnovamento globale dato da facce nuove, idee e un programma ben definito, l’unico modo per sperare di rinascere ma nulla di nuovo si scruta all'orizzonte.
Triste davvero è la sorte degli aderenti al PdL orfani di veri punti di riferimento, ma ancora più triste è l’indifferenza godereccia in cui questo sacrificio di massa si consuma.
Abitudine, tendenza compulsiva alla gestione solitaria del potere e all’esclusione delle masse dalle decisioni, incapacità di comprendere il senso assoluto della sacralità della partecipazione, errata interpretazione dei valori essenziali, indifferenza e assuefazione alle sonore sconfitte.
Queste sono solo alcune delle motivazioni che fanno del PDL Lucano un soggetto politico poco attrattivo e perdente, senza che nemmeno chi lo governa si interroghi sui perché.
Questo è quello che sta succedendo finora e i catastrofici effetti sono sotto gli occhi di tutti: meglio pochi silenziosi che tanti numerosi sembrerebbe il motto "vincente”.
Nel pianto di tanti “agnelli prima del sacrificio” si può quindi avvertire anche il lamento per un popolo di centro destra che ancora non capisce come si può continuare a cercare di sopravvive quando ci sarebbe la possibilità di ritornare a vivere.
Bisogna scegliere da che parte stare: noi staremo dalla parte del popolo e mai dalla parte del potere e quando il popolo ci darà la possibilità di gestire il potere lo faremo, senza paura, sempre nell’interesse generale.


Avv. Giuseppe Giuzio
PdL Potenza