
POTENZA. “A distanza di circa un anno dall’approvazione da parte della giunta comunale
del piano rifiuti realizzato con il Conai siamo ancora in attesa di vedere
concretizzarsi l’accordo secondo cui la Regione Basilicata avrebbe dovuto
sostenere economicamente il progetto facendo partire la raccolta porta a porta
nel capoluogo di regione. Secondo gli ultimi dati di Legambiente a Potenza è
ancora troppo bassa la percentuale di raccolta differenziata pari, infatti, al
23,71 per cento. Circa un anno fa avevamo chiesto ed ottenuto anche di
discutere in Consiglio comunale sulla delicata questione rifiuti. Vista l’
urgenza di meglio organizzare e ottimizzare il sistema di raccolta e
smaltimento rifiuti preoccupa l’assenza da parte della Regione Basilicata che
non ha, inoltre, provveduto ad attuare un serio piano regionale. Nel frattempo
l’emergenza è dietro la porta con le discariche che continuano a riempirsi. A
ciò si aggiunge la spesa di risorse pubbliche per lavori di cui non se ne
conosce la fine né lo stato di attuazione. In particolare parliamo della
discarica di Pallareta e dell’inceneritore, entrambi alle porte del capoluogo
di regione ed inattivi ormai da tempo”.
Così il consigliere comunale di Potenza Giuseppe Molinari evidenzia “la
necessità di agire in fretta per garantire un efficiente ed efficace sistema di
raccolta e smaltimento rifiuti perché già in questi ultimi giorni si notano
lungo alcune vie della città come a Poggio Tre Galli, Via Mazzini o nel centro
storico del capoluogo, cassonetti stracolmi in attesa di essere svuotati.
Bisogna capire cosa l’amministrazione comunale vorrà fare dell’inceneritore da
anni ormai fermo. Nel frattempo lo scorso 13 novembre la giunta regionale ha
deliberato l’assegnazione di 340 mila euro al Comune di Potenza per interventi
integrativi di messa in sicurezza del sito ‘area discariche rsu’ a Pallareta”.
Secondo Molinari “non bisogna attendere una nuova emergenza per attivarsi a
trovare soluzioni, come spesso è capitato, tampone. E’ necessario, invece,
lavorare per ridefinire l’attività e la mission dell’Acta dotandola anche di
una nuova organizzazione interna capace di razionalizzare i costi della società
e dare certezze ai suoi dipendenti. Non è possibile credere che siano di poco
conto anche le questioni relative alle diatribe interne alla società. Le
tensioni interne potrebbero essere -conclude Molinari- pericolose e di ostacolo
certamente al corretto funzionamento dell’Acta per questo vanno superate”.
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