Giunta De Filippo: Giovane Italia, rompere il muro del silenzio


POTENZA - "Dopo le ultime fragorose vicende che hanno stravolto il quadro politico e istituzionale della nostra regione, occorre fare alcune valutazioni e rompere il muro del silenzio a cui assistiamo imbarazzati da giorni. Il boato delle inchieste che la magistratura sta portando avanti è una ferita che colpisce al cuore la politica lucana e le sue istituzioni, noi a tal proposito auspichiamo un corretto iter giudiziario senza filtri né bavagli, capace di far chiarezza sulla vicenda e punire, laddove sia palese l’anomalia, le malefatte.

Chiediamo che la politica tutta dia un segnale, che i partiti si esprimano e che si prenda il toro per le corna: invocare il ritiro delle dimissioni di De Filippo, come qualcuno ha proposto, è l’emblema dell’impotenza della politica ed è ciò che non vogliamo, anzi è necessario una forte presa di coscienza e una buona dose di responsabilità. Quando a novembre, durante la I Convention Regionale dei giovani del Pdl riunimmo allo stesso tavolo il partito e i rappresentanti di vari settori del mondo lucano chiedemmo a gran voce un cambio di passo alla politica, ai partiti e alla gestione della cosa pubblica: partecipazione e non chiusura, rappresentanza e non autoreferenzialità, confronto e non arroccamento. È su queste basi che noi della Giovane Italia della Basilicata vogliamo costruire il nostro percorso politico e la nostra proposta, occorre occuparsi del presente, dei problemi che quotidianamente viviamo in Basilicata: lavoro, disagio sociale e mancanza di prospettive su cui costruire il nostro futuro. La notizia di scontrini, feste, gite e altro (tutte da verificare) lancia nel baratro non solo le nostre aspettative ma lascia nello sconforto i militanti, i giovani e le famiglie lucane che in questo periodo vogliono e chiedono altro: fiducia e moralità.

Sia chiaro, il fallimento politico e di governo di questa regione ha nomi, cognomi e responsabilità: non possono nascondere la testa sotto la sabbia né De Filippo né i suoi assessori. La parola fine a questo ciclo di potere più che di governo non l’ha imposta la Procura ma la condizione sociale ed economica del lucani: povertà, disoccupazione, emigrazione, infrastrutture mancanti, sono dati eclatanti rispetto ai quali chi ha responsabilità di governo non può sottrarsi. La complessità della realtà, che sembrerebbe coinvolgere tutto il Consiglio Regionale, interessa di fatto l’intera classe dirigente lucana; pertanto, sulla base di una famosa esclamazione della Thatcher “il malato è grave e la medicina sarà amara”, bisognerà trovare strumenti nuovi e guardare oltre, riprendersi il ruolo di credibilità e rappresentanza reale che la politica deve avere. A nome di tutti i giovani lucani del Pdl auspico, in questo momento storico, una forte presa di coscienza e responsabilità da parte di tutta la politica lucana, invito anche gli altri movimenti giovanili (se ancora esistono) a farsi avanti ed esprimersi rispetto ad un ciclone che tocca la nostra realtà. Sembra però di assistere al silenzio delle seconde file in attesa della chiamata giusta. Infine ci rivolgiamo al Pdl, al nostro partito, a quello per cui vale la pena lottare e credere in nome della libertà: ridiamo insieme fiducia ai lucani e alle nuove generazioni, ce lo impone il presente, ci servirà per il nostro prossimo futuro".
A riferirlo in una nota il coordinatore Regionale Giovane Italia F. Nicola Riviello.