Il dono della maternità


di Concetta Padula - O per diritto naturale o per diritto divino, la donna incarna il privilegio più grande che un essere vivente possa ricevere, cioè quello di diventare madre. La maternità è la condizione esistenziale che rende simili le creature umane agli animali. Il parto con le sue doglie trasmuta il dolore in gioia per la nascita di un nuovo essere vivete.

Il grande miracolo del creato... Secondo natura sin dai primi istanti di vita viene a instaurarsi un rapporto empatico tra made e figlio. Tutte le insicurezze, le apprensioni materne vengono assorbite e fatte proprie dal neonato. Ed è la piccola creatura che tramite il contatto con la madre riceve le informazioni provenienti dalla realtà esterna sotto forma di pulsioni emotive. Una madre apprensiva trasmette al bambino insicurezze, mentre una distratta lo direziona verso la freddezza caratteriale. La figura materna da preferire è quella di una donna affettuosa che lascia al piccolo i suoi spazi permettendogli in questo modo di sviluppare una personalità sicura ed equilibrata.

La festa della mamma, ogni anno, ricorre la seconda domenica di Maggio. Oggi, si diventa madri sia in modo naturale che in forma acquisita (soprattutto con l'adozione).

La piccola-grande donna che per nove mesi ti protegge nel grembo materno ha il dovere etico-morale di prendersi cura del neonato dai suoi primi istanti di vita sino a quando non diventa "indipendente" fisicamente ed economicamente, mentalmente e giuridicamente.

Le ragazze-madri o le donne extra-comunitarie che non possono permettersi( per svarati motivi) di poter crescere il "frutto di un errore"devono sapere che ci sono diversi consultori e strutture sanitarie che possono assisterle durante il periodo della gestazione. Dopo il parto saranno le madri che in piena libertà decideranno se tenere  o dare in adozione il figlio. E' un atto deprecabile, un vero sfregio alle leggi della natura quello di partorire  e buttare il figlio nel cassonetto della spazzatura.

Non esiste dono più grande che diventar "madri"ma al contempo non c'è dono più grande che sentirsi chiamati "figlio".