Molinari sui trent'anni dell'Ateneo Lucano

“In occasione dei trenta anni da poco festeggiati dall'ateneo lucano occorre fare una seria riflessione su tutti gli obiettivi preposti dalla sua fondazione. Oggi le istituzioni lucane tutte non possono non considerare alcuni indicatori come il numero delle iscrizioni ma anche il radicamento dell'università sul territorio e non ultima la capacità da parte del Comune di Potenza di offrire una rete di servizi per gli studenti in particolare quelli fuori sede. A trent'anni dalla sua fondazione non possiamo essere totalmente soddisfatti dei risultati raggiunti non solo per il calo preoccupante delle iscrizioni ma anche per l'istituzione di facoltà non produttive al posto invece di altre più attrattive come la facoltà, ad esempio, di medicina. In effetti, altro aspetto da non sottovalutare, abbiamo una duplicazioone dell'università che di conseguenza porta alla dispersione delle risorse. Gli ultimi dati diffusi sulle immatricolazioni all'ateneo lucano, il minor numero di iscrizioni rispetto allo scorso anno, non dipendono solo dall'offerta non proprio ampia dello stesso ateneo ma anche dalla debole politica dell'amministrazione comunale in favore dell'università. Al calo delle iscrizioni si aggiunge il calo demografico registrato anche dallo Svimez e che vede il Pil della Basilicata sceso del 4,2%. Continua lo spopolamento della regione e ciò necessita di una nuova programmazione per salvare dall'oblio i lucani. In questo contesto l'ateneo può e deve avere un ruolo di maggiore protagonismo”. Lo afferma il consigliere comunale di Potenza Giuseppe Molinari all'indomani della ricorrenza dei trenta anni dell'Università degli Studi della Basilicata. “Per risollevare le sorti dei lucani -continua- serve una spinta anche da parte dei comuni e non si tratta solo di fare investimenti. La città di Potenza potrebbe valorizzare meglio il ruolo della sua università, rendere più appetibile per gli studenti la scelta di fermarsi nella propria regione per proseguire gli studi. L'università dovrebbe essere un attrattore anche per gli studenti di altre regioni ed, invece, l'ateneo si sta svuotando nonostante rappresenti una speranza di crescita per il territorio. L'amministrazione comunale ancora oggi, invece, sembra poco aperta al mondo universitario e così gli studenti fuori sede tendono a fare ritorno a casa quanto prima perchè non trovano Potenza abbastanza organizzata per le loro esigenze. L'ateneo a volte sembra quasi un corpo estraneo alla città che lo dovrebbe meglio ospitare”. Secondo Molinari “ognuno, per combattere lo spopolamento, deve dare il suo contributo. I giovani lucani non devono essere costretti a lasciare la propria terra mentre è necessario che l'amministrazione comunale si impegni a pubblicizzare ed organizzare meglio i servizi per l'ateneo lucano”. “Quando fu istituita l'Università degli Studi della Basilicata l'intento era quello di farla crescere per dare ai lucani un punto di riferimento per lo sviluppo della ricerca e dell'economia ma a distanza di anni probabilmente serve una riflessione più profonda che possa ispirare l'amministrazione comunale del capoluogo di regione e portare ad una nuova fase di programmazione mirata a valorizzare il ruolo dell'ateneo dando maggiore spazio e migliori servizi agli studenti che lo scelgono. Non è sufficiente infatti realizzare la casa dello studente perchè servono molti altri servizi. Questi sono temi già affrontati durante il consiglio comunale ad hoc svoltosi proprio nell'aula Magna dell'Università a rione Francioso. Più finanziamenti non sempre portano ad innalzare la qualità. Questa non è sempre un'equazione valida. Bisogna, invece, impegnarsi a comprendere i problemi, ascoltare i diversi suggerimenti per farne sintesi e superare i limiti che impedisco la crescita del nostro ateneo le cui sorti -conclude Molinari- sono strettamente legate a quelle del territorio lucano e dei suoi abitanti”.