Gianni Rosa (FDI), Acque radioattive: ''Pittella ci dica quali provvedimenti vuole adottare''

POTENZA-  Ci aspettiamo che, durante il Consiglio regionale convocato per martedì prossimo, il Presidente della Regione risponda alla nostra interrogazione a risposta immediata, presentata ieri mattina, in merito alla notizia che l’acqua di deiezione che le autobotti trasportano dal Centro Oli di Viggiano all’impianto di Tecnoparco a Pisticci è radioattiva. Le analisi dell’Arpab accertano che la radioattività è 9 volte superiore a quella prevista per legge per le acque potabili. I cittadini lucani hanno diritto di sapere la reale situazione dei fatti, che appaiono già ora inequivocabili, e sopratutto hanno diritto di conoscere le intenzioni della Giunta in merito alla, a nostro avviso, opportuna cessazione dello smaltimento delle acque di deiezione dirette all’impianto di Tecnoparco; quali interventi vuole adottare per scongiurare l’inquinamento del Basento e quali provvedimenti vuole assumere nei confronti dell’ENI. L’impianto Tecnoparco che smaltisce i reflui del petrolio provenienti dal Centro Oli non è attrezzato a bonifiche di radioattività. Quindi il rischio concreto è che le acque non bonificate e, per questo, radioattive, vengono sversate nel fiume Basento con ovvie e tragiche conseguenze per l’ambiente e la salute. È giunto il momento di mettere la parola fine a questa deplorevole vicenda che ciclicamente si ripresenta. In ogni occasione il Governo regionale promette soluzioni che poi non trovano riscontro in fatti concreti. Il Presidente sa bene che esiste da febbraio scorso un’inchiesta della Procura Antimafia di Potenza, la quale ipotizza il reato di 'Smaltimento illecito di rifiuti', sullo smaltimento dei reflui petroliferi che partono dal Cento Oli dell'Eni e finiscono al Tecnoparco, e oggi siamo ancora agli accertamenti di rito. Nessuna azione concreta. Questi accadimenti dimostrano, ancora una volta, la leggerezza o, meglio, l’indifferenza del Presidente della Regione verso la tutela dell’ambiente e la salute dei Lucani. Sono la dimostrazione che, per denaro, si permette alle compagnie petrolifere di spadroneggiare nella nostra Terra. La situazione di grave pericolo per la salute umana e per la protezione dell'ambiente impone, attraverso l’applicazione del principio di precauzione, di reagire rapidamente. Questo avrebbe dovuto essere già fatto da molto tempo. Ora non si può più aspettare. Domani potrebbe essere troppo tardi e, sappia il Governatore, che tutte le royalties del mondo non potranno riparare ai danni che un inquinamento come questo può causare.