Sindacati edili: 'sbloccare le opere già finanziate'

POTENZA - La crisi economica che sta attraversando il nostro paese coinvolge uno dei settori strategici dell’economia quale il comparto delle costruzioni, dell’edilizia e del legno. In questi sei anni di crisi drammatica sono andati in fumo 800mila posti di lavoro, c’è stato un calo del 47% di investimenti in opere pubbliche, e si registra una pericolosa crescita di lavoro irregolare, nero, delle false partite Iva e dell’illegalità e delle infiltrazioni mafiose negli appalti.

L’edilizia rappresenta oltre il 10% del PIL regionale pugliese, e la sua crisi ha determinato un drastico ridimensionamento degli addetti. Si è avuto, un calo delle imprese attive, in particolare quelle più piccole, mentre aumentano i rischi di attività svolte senza le necessarie tutele contrattuali e di sicurezza sul lavoro.

Le giornate di lavoro effettuate si sono drasticamente ridotte, è diminuita la contribuzione versata presso gli enti previdenziali, così come sono calati di un ulteriore 15% circa (pari a circa 5000 posti di lavoro persi) rispetto allo stesso semestre dell’anno precedente il numero di addetti denunciati nelle casse edili Pugliesi.

Un settore, il nostro, che da sempre ha assunto le caratteristiche anticicliche, e che se opportunamente potenziato, potrebbe rialzare i livelli di occupazione e di sviluppo dell’intera Regione. In Puglia vi sono importanti opere pubbliche già finanziate, che potrebbero essere sbloccate.

Questi i motivi che hanno spinto le organizzazioni sindacali a mobilitarsi organizzando per il prossimo 27 novembre una giornata nazionale di mobilitazione del settore delle costruzioni, che in Puglia si svolgerà a Bari dalle 10 alle 12 in Piazza Prefettura, con un sit-in dei lavoratori edili pugliesi a cui seguirà una conferenza stampa dei Segretari Generali di  FENEAL Uil , FILCA Cisl e FILLEA Cgil Puglia, Salvatore BEVILACQUA, Crescenzio GALLO e Silvano PENNA.

Nel corso della conferenza i tre segretari generali dei sindacati edili pugliesi, esporranno i dati elaborati e presenteranno una piattaforma di richieste relative, in primo luogo, al rilancio degli investimenti pubblici, alle politiche industriali del Paese, alla sicurezza e alla legalità e non per ultimo,  alle garanzie per gli ammortizzatori sociali ai quali oggi l’edilizia è svantaggiata rispetto all’industria.