POTENZA - Promossa dal Gal La Cittadella del Sapere, in collaborazione con la Lucana Film Commission, l'Istituto "V. D'Alessandro" di Lagonegro e l'Istituto "F. Petruccelli della Gattina" di Moliterno, si svolgerà dal 26 al 28 novembre nelle succitate scuole la quarta edizione della rassegna "Cinema (e)migrante". Sotto il programma e gli scritti in brochure di Nicola Timpone e Mimmo Mastrangelo.
In Italia si può dire che il cinema è nato proprio quando hanno preso a diffondersi con insistenza i grandi "camminamenti" migratori, quei processi sociali connotati da uomini, donne, famiglie intere che lasciavano la propria terra e la Patria per cercare fortuna nell'Europa del Nord o di là dell'Oceano . Flussi, spostamenti di umanità che nel corso dei decessi non si sono mai arrestati, e il cinema italiano ha rivolto, seppur con discontinuità, una particolare al tema sin dai primi anni del novecento", si pensi a "Gli emigranti" (1915) di Gino Zaccaria, "Il grande appello" (1936) di Mario Camerini, "Terra di nessuno" (1939) di Mario Baffico, titoli questi che oggi storicizzano una visione, un punto di vista (più che un genere), ma insieme a molti altri film permettono di far conoscere, non tanto un'estetica o uno stile di un regista, quanto storie di uomini e donne, di un'umanità coraggiosa a cui è toccato (e tocca ancora) il destino di abbandonare con dolore la propria terra e i propria cari.
Con la quarta edizione di CINEMA (E)MIGRANTE il Gal La Cittadella del Sapere intende portare un certo "cinema di impegno" nelle scuole, nella consapevolezza che la settima arte possa essere materia di formazione e conoscenza dentro il normale percorso didattico di una scuola. Ma va aggiunto che c'è da parte nostra il proposito di far conoscere certe storie sui flussi migratori di oggi per allargare tra le giovani generazioni l'idea che un nuovo umanesimo si costruisce sulla condivisione, sull'incontro dell'altro, sulle mani degli uomini (e dei popoli) che si stringono strette. Pacificandosi e scacciando i razzismi, le discriminazioni.
In Italia si può dire che il cinema è nato proprio quando hanno preso a diffondersi con insistenza i grandi "camminamenti" migratori, quei processi sociali connotati da uomini, donne, famiglie intere che lasciavano la propria terra e la Patria per cercare fortuna nell'Europa del Nord o di là dell'Oceano . Flussi, spostamenti di umanità che nel corso dei decessi non si sono mai arrestati, e il cinema italiano ha rivolto, seppur con discontinuità, una particolare al tema sin dai primi anni del novecento", si pensi a "Gli emigranti" (1915) di Gino Zaccaria, "Il grande appello" (1936) di Mario Camerini, "Terra di nessuno" (1939) di Mario Baffico, titoli questi che oggi storicizzano una visione, un punto di vista (più che un genere), ma insieme a molti altri film permettono di far conoscere, non tanto un'estetica o uno stile di un regista, quanto storie di uomini e donne, di un'umanità coraggiosa a cui è toccato (e tocca ancora) il destino di abbandonare con dolore la propria terra e i propria cari.
Con la quarta edizione di CINEMA (E)MIGRANTE il Gal La Cittadella del Sapere intende portare un certo "cinema di impegno" nelle scuole, nella consapevolezza che la settima arte possa essere materia di formazione e conoscenza dentro il normale percorso didattico di una scuola. Ma va aggiunto che c'è da parte nostra il proposito di far conoscere certe storie sui flussi migratori di oggi per allargare tra le giovani generazioni l'idea che un nuovo umanesimo si costruisce sulla condivisione, sull'incontro dell'altro, sulle mani degli uomini (e dei popoli) che si stringono strette. Pacificandosi e scacciando i razzismi, le discriminazioni.