M5S: sabato 7 luglio gazebo informativo spazio antistante ingresso ex Vivalat


POTENZA - Sono stati ospedali, scuole, fabbriche, caserme, uffici, cinema, palestre. Sviliti nella loro funzione perché trasferiti in altre strutture spesso senza un reale motivo, o completamente dismessi per mancanza di utenza, o per riadeguamenti mai avvenuti, o ancora per scelte “climatiche”, sono stati gravati da un ruolo forse peggiore dove l’abbandono ed il degrado ne hanno decorato le facciate. Sono diventati fantasmi che non fanno nemmeno paura, violati alla bisogna, sprangati mai abbastanza, accoglienti rifugi di biodiversità così inseriti nell’arredo urbano da non destare lo sguardo dei passanti ormai avvezzi a quelle mura senza significato. Eppure un tempo, quelli che oggi vengono classificati come “contenitori vuoti” erano il centro di attività diversificate a servizio del territorio e dei cittadini, il centro di operosità e socialità, indice di vitalità di un centro urbano che ha dismesso non solo alcune delle sue strutture ma anche alcune delle sue funzioni. Quanto siano impattanti da qualsiasi punto di osservazione si voglia analizzarli è di immediata comprensione, sostiene Savino Giannizzari, portavoce del Movimento 5 Stelle al comune di Potenza, soprattutto se si pensa che tale abbandono non ha rimodulato una certa pianificazione urbanistica, alla luce della disponibilità di strutture già esistenti e utilizzabili, orientata al continuo consumo di suolo, alla cementificazione selvaggia e allo spostamento del nucleo urbano verso l’estrema periferia senza un criterio che ottimizzasse funzioni e destinazioni, a scapito di aree destinate ad altri usi altrettanto importanti per lo sviluppo globale della città. Una sorta di contraddizione che ha acuito le difficoltà già strutturate di alcuni servizi, come quelli del trasporto e della viabilità, ad esempio, o delle aree a verde. Una contraddizione che ha continuato ad agevolare e sostenere scelte, spesso frutto di un clientelismo perpetuato e aggravato dagli eventi sismici del 1980, i cui effetti ancora incidono irrimediabilmente sugli attuali orientamenti amministrativi, avulsi dalla presenza affatto timida di quelle strutture che, a titolo diverso, potrebbero colmare molti dei fabbisogni che la cittadinanza avverte. Affinchè i “contenitori vuoti” a Potenza, come in molte altre città italiane, rappresentino una opportunità per la collettività, non solo dal punto di vista della fruibilità, ma anche sotto l’aspetto paesaggistico, ambientale, economico, nonché sociale identificando a tutto tondo il concetto di sostenibilità reale, recentemente inflazionato anche tra gli addetti ai lavori come riempitivo di sale e convegni, si rende necessario un percorso che parta proprio dai fabbisogni. Le idee che possono nascere dal desiderio di ciascuno e che possono definire un obiettivo e quindi una strategia devono muovere dalla conoscenza dei fabbisogni di un’area, un rione, una zona residenziale, una contrada e quindi di una città perché la destinazione più adeguata di un luogo possa remunerare risorse e desideri investiti. Solo in questo modo il valore di una struttura non vanifica l’intento iniziale, sebbene sorpassato, riconvertito e rimodulato verso nuove prospettive che aprono a economie, non strettamente monetarie, ma altrettanto capaci di re-innescare percorsi e meccanismi in linea con le mutate esigenze di una società dove evoluzione ed involuzione sovrapponendosi miopizzano i governi di un territorio. Il Movimento 5 stelle parte da uno dei “fantasmi” più noti della città di Potenza, sabato 30 giugno 2018 con un presidio presso l’ex Vivalat in via del Basento, dove i cittadini potranno esprimere fabbisogni e proposte per le strutture abbandonate in area urbana. Sarà il primo di una serie di incontri presso ciascun contenitore che, di volta in volta, verrà indicato come tappa di un tour verso la riqualificazione di questi spazi.