Matera, presentato il 'Menu dei Colori' dei ragazzi

MATERA - I rifugiati e richiedenti asilo dei progetti SPRAR gestiti dalla cooperativa sociale il Sicomoro, guidati dall’archeo chef Federico Valicenti, presentano “il Menu dei colori”.

Nel Menu dei colori c’è il racconto di una Basilicata (di un'Europa?) che da sempre ha saputo confrontarsi con le ricchezze e le difficoltà portate da chi arriva "straniero". Senza rincorrere ideologie, ma riconoscendo gli sguardi. Il quartiere arabo a Tursi e gli storici paesi albanesi arbereshe, ne sono un esempio anche a tavola, con le loro storie di integrazione e rifiuto, come i tursitani, che nell'anno mille friggevano le arance col maiale per non farle mangiare agli arabi.

Federico Valicenti è l’inventore della Cibosofia, “il racconto dei territori attraverso il cibo”. Appassionato ricercatore delle più antiche ricette lucane andate perdute con il tempo, preparazioni secolari destinate all’oblio che invece Valicenti ha ritrovato e riportato in tavola.

La cooperativa sociale il Sicomoro ha chiesto a Federico Valicanti di provare a rileggere sapori e colori della cucina lucana con gli ospiti dei progetti SPRAR (Sistema di protezione per rifugiati e richiedenti asilo) dei comuni di Matera e Grottole, all’interno delle attività di integrazione di questi due progetti.

Il laboratorio dello SPRAR riprende e si nutre di un tema che la cooperativa esplorerà con ancora più forza nel 2019 con la Silent Academy, progetto per Matera Capitale Europea della Cultura 2019, coprodotto da il Sicomoro e Fondazione Matera Basilicata 2019. Talento dei migranti e arte, dalla moda alla scultura, così come ora nella cucina, saranno al centro di un nuovo modello di integrazione che da Matera parlerà all’Europa.

Alla cena parteciperanno alcuni ristoratori materani, che si sono resi disponibili a conoscere i ragazzi, vederli all'opera e valutare un loro inserimento lavorativo.

Nel corso del laboratorio lo chef Valicenti ha dapprima chiesto ai corsisti di realizzare i loro piatti della memoria, legati alle loro terre e alle loro famiglie. A partire da quelli hanno poi rintracciato affinità, legami e fusioni tra i loro piatti della memoria e i piatti della tradizione lucana. Da questo incontro è nato il Menu dei colori, che sarà presentato martedì 11 dicembre a Panecotto, bistrot etico nei Sassi di Matera.

Non è la prima volta che il piccolo bistrot etico lucano diventa coprotagonista di progetti di innovazione sociale. Panecotto, nato dall’intuizione del Consorzio La Città Essenziale, conferma così la sua vocazione di laboratorio di integrazione nel cuore dei Sassi di Matera, tanto da aver attirato l’attenzione, nello scorso settembre, del premio nobel per la pace, Yunus Muhammad.

Proprio durante lo svolgimento del laboratorio è stato approvato il decreto sicurezza, e le vite di diversi dei partecipanti sono state segnate. Il Decreto decima, fino quasi a cancellarlo, il sistema di Protezione per richiedenti asilo e rifugiati, lo SPRAR, che è l’unico sistema che in questo momento permette percorsi di integrazione e professionalizzanti, proprio come questo corso, e di accompagnamento all’inserimento lavorativo. Abbiamo deciso quindi di associare ogni portata del menu alla storia di uno dei ragazzi che ha partecipato al corso.

A Penecotto già lavora uno dei partecipanti al corso promosso dal Sicomoro con Federico Valicenti, Mohammed Alì, del Ghana, che presenterà la prima portata del menu: Uovo sbagliato con banane alla ghanese. Alì è titolare di permesso umanitario, che il Decreto Sicurezza spazza via, lui si è salvato per una manciata di settimane, proprio grazie al suo lavoro con Panecotto. La seconda portata sarà presentata da Rohullah, che ruba un ingrediente simbolo della Rabatana di Tursi per farcirlo con i sapori di Kabul. Dove ancora vivono sua moglie e i suoi tre figli. Con Diallo, nome di fantasia in questo caso, abbiamo allora provato a invertire e "lucanizzare" uno dei piatti principali. Un riso africano "alla lucana". Zaher, siriano ingegnere petrolifero, presenterà A’ pettola Arbereshe, col falafel arabo per arrivare poi a U’ Pastizz Halal, che racconterà Kante, mamma Guineana, arrivata in italia per assistere il figlio Youssouf, morto il 21 marzo 2018 nell'ospedale di Matera. Infine il Piccillato Nigeriano, con la fantastica frolla preparata da Blessing, nigeriana, arrivata in Italia inseguendo promesse impossibili e trovato la schiavitù.

A chiudere il menu c’è un dolce che i rifugiati e richiedenti asilo ospiti della città di Matera hanno voluto tributare alla patrona della Città, la Madonna della Bruna, in segno di ringraziamento alla Capitale Europea della Cultura per il 2019. Il dolcenero della Bruna ha un cuore di latte che nutre tutto il mondo, con le spezie dei paesi di origine dei partecipanti. Avvolto in una frolla nera, come il volto delle Madonne Nere da cui trae origine anche l’icona venerata a Matera, che sotto il suo mantello racchiude e protegge ogni diversità.