Il gioco d’azzardo ai tempi di Omero: come gli antichi sfidavano la fortuna

"Ragazzo, prendi vino e dadi. Che il domani cerchi la propria salvezza! La morte, tirandoti l'orecchio, grida: 'Goditi la vita: io giungo!'": così parlava il poeta latino Virgilio in una sua opera. Bisogna sapere, infatti, che il gioco d’azzardo esisteva già ai suoi tempi (I secolo a.C.) e, anzi, esisteva già da moltissimo tempo prima. Si hanno tracce di giocatori d’azzardo presso i resti greci, cinesi e romani appunto, in particolare nelle pitture e negli affreschi delle case dei nobili possidenti.

I greci antichi e la loro passione per i dadi

Il gioco d’azzardo ha attirato l’interesse dei greci ancora prima della fondazione delle poleis. E’ quasi certo, infatti, che la radice primordiale del poker risalga al tempo dei Minoici (3500 anni fa). Se prendiamo in considerazione il gioco dei dadi, il rolling di due sei è considerato un tiro fortunato. I greci lo sapevano bene, questa combinazione è nata proprio nell’antica Grecia e passò alla storia con il nome di “lancio di Afrodite” con il quale si riusciva a vincere una partita. Dallo studio dei testi di Omero, sappiamo che il gioco d’azzardo era largamente diffuso presso la popolazione greca. In particolare, sembra che gli elleni preferissero i giochi legati alla “fortuna” ossia dadi, testa o croce o simili. Per i greci, tuttavia, frequentare le “case da gioco” era un’abitudine viziosa e legata solo alla malavita. Nonostante tutto, nel pantheon greco alcuni dei proteggevano la mano degli scommettitori. Hermes e Pan sono due di questi mentre, nella “Teogonia” o “Creazione del Mondo”, leggiamo che Zeus, Ade e Poseidone si divisero il mondo ossia “giocandoselo a dadi”.

Un gioco per schiavi e imperatori: la dama nell’antica Roma

Nell’antica Roma un gioco che andava molto di moda era il “tilia” una sorta di versione greco-romana della nostra dama. I giocatori d’azzardo erano soprattutto schiavi o i maestri degli atenei anche se, da testi secondari, sappiamo che molti imperatori amavano il brivido della scommessa. Non solo a Roma ma in tutte le zone dell’impero, ogni provincia aveva il suo gioco d’azzardo. In Egitto, in Palestina e Persia troviamo il modo che gli antichi avevano per sfidare la sorte. Ad ogni modo, ad un certo punto il gioco d’azzardo è stato regolamentato. Riferimenti al gioco d’azzardo al tempo dei romani lo troviamo anche nella Bibbia quando le guardie “gettarono la sorte” sulla veste di Gesù giocando “ai lotti” un precursore del gioco dei dadi.

La tombola e i giochi di carte: dalla Cina al Medio Oriente

Se ci spostiamo in Cina, troviamo il gioco del “keno”, una sorta di primordiale “tombola” dove i giocatori dovevano scegliere alcuni numeri tra 80 possibili contenuti in caselle. Poi si eseguiva un’estrazione per far conoscere i numeri fortunati. Questo gioco si poteva eseguire solo nelle apposite zone o case da gioco prestabilite. Il governatore della provincia dava il consenso e solo con questo si poteva proseguire nel gioco. Al termine del gioco, il signore locale teneva una parte del profitto come fanno gli attuali bookmaker. I cinesi furono i primi inventori dei giochi di carte e, dal 900 d.C., le tessere presentavano forme umane e numeri (come le odierne carte da briscola). Furono poi i Mamelucchi a portare la tradizione delle carte colorate nell’Islam e, nel Medioevo, in tutta Europa. Oggi il gioco d’azzardo si è spostato online che replicano i giochi per l’intrattenimento menzionati in questo breve excursus e non è sempre facile poter giocare in piattaforme affidabili. Gioca unicamente su casino online con licenza AAMS!