Mascherine, Caroppo (Lega): "si sostengano aziende che hanno riconvertito e rivenditori che avevano acquistato a prezzi più alti"

BARI - «Le modalità attraverso le quali il Governo sta gestendo la imposizione di un prezzo di vendita delle mascherine chirurgiche non solo danneggiano i rivenditori che in precedenza hanno acquistato a prezzo di mercato (ben più alto) e rischiano di scoraggiare la produzione da parte delle tante PMI italiane che hanno investito nella riconversione, ma stanno rendendo paradossalmente più difficoltoso reperire mascherine in questi giorni». A lanciare l’allarme è l’On. Andrea Caroppo, europarlamentare del gruppo Lega-ID.

«Premesso che attivarsi per implementare la disponibilità di DPI, calmierarne i costi per la popolazione ed evitare speculazioni è cosa buona e giusta, mi permetto di rilevare come le modalità con cui tanto sta avvenendo rischiano di avere conseguente devastanti.

Già da ieri farmacie e catene di supermercati hanno sospeso le vendite per l’impossibilità di vendere le mascherine ad un prezzo inferiore a quello al quale hanno acquistato. Pertanto, per evitare che ai cittadini sia più difficile in questa fase l’acquisto di mascherine, il Governo deve sanare immediatamente la differenza tra acquisto e vendita che inopinatamente posto, dalla sera alla mattina, a danno dei rivenditori.

In secondo luogo, l’approvvigionamento di mascherine sottocosto da parte del Governo rischia di disincentivare alla produzione tutte le PMI italiane che in questi mesi hanno riconvertito la loro produzione. Tanto, non solo determinerebbe un danno incredibile per le aziende italiane, prima sedotte e poi abbandonate, ma anche il rischio di rendere più difficile il futuro reperimento dei DPI nelle quantità necessarie. Chiedo, dunque, che il Governo individui immediatamente strumenti idonei a scoraggiare la retromarcia dalla riconversione o modalità di ristoro degli investimenti fatti»