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Una boccata di ossigeno per aiutare un settore in grave crisi per effetto del calo dei consumi provocato dall’emergenza coronavirus con un crollo degli acquisti che ha raggiunto punte del 30% durante la fase piu’ acuta della pandemia per attestarsi su una media del 6%,nel primo semestre secondo l’Ismea.
Lo rende noto la Coldiretti nell’esprimere apprezzamento per l’approvazione dell’emendamento che stanzia 20 milioni di euro nel 2020 per sostenere interventi di promozione della commercializzazione dei prodotti della quarta gamma dopo che la commissione Bilancio del Senato ha dato il via libera al dl agosto, con mandato al relatore.
Il settore ha subito una brusca crisi dopo esse stato caratterizzato – sottolinea la Coldiretti – da un crescita ininterrotta negli ultimi decenni con l’81% dei consumatori di ortaggi freschi che compra verdure quarta gamma tra insalate in busta, carote baby ed altro.
“Gli incentivi sono importanti per salvare un settore del made in Italy agroalimentare che si è dimostrato essere trai piu’ dinamici ed innovativi che vale oltre 1 miliardo di euro” ha concluso il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che nel provvedimento sono contenute anche altre importante misure di sostegno al settore agricolo.
Nel provvedimento su sollecitazione della Coldiretti – precisa Prandini – è stato giustamente assicurato il “bonus ristorazione” (600 milioni di euro per il 2020) anche agli agriturismi che effettuano la somministrazione fortemente colpiti dalla pandemia ed esteso l’esonero IMU per i terreni agricoli anche ai coadiuvanti familiari, ai pensionati CD e IAP che continuano a svolgere attività agricola e ai soci CD e IAP di società agricole.
Si risolvono così – spiega la Coldiretti – migliaia di contenziosi con cui i Comuni ingiustificatamente chiedevano il pagamento del tributo di predetti soggetti. Da rilevare – conclude la Coldiretti – anche le misure agevolative per sostenere l’avvio di nuove imprese da parte di giovani under 30 (100 milioni di euro dal 2020) e la possibilità di utilizzo delle risorse non impiegate (120 milioni di euro) per la riduzione volontaria della produzione di uve per il rafforzamento della misura della decontribuzione previdenziale anche a favore del settore vitivinicolo.