Covid: niente vacanze sulla neve per 3,8 mln di italiani

(Pixabay)

ROMA - I limiti alle vacanze sulla neve colpiscono 3,8 milioni di italiani che lo scorso anno sono andati in vacanza in montagna nelle feste di fine anno. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti/Ixè in riferimento alle dichiarazioni del premier Giuseppe Conte che per contenere la diffusione della pandemia Covid ha escluso “tutte le occasioni di socialità tipiche del periodo natalizio” a cominciare da “vacanze indiscriminate sulla neve’”. Si tratta di una decisione destinata ad avere effetti non solo sulle piste da sci ma sull’intero indotto delle vacanze in montagna, dall’attività dei rifugi alle malghe fino agli agriturismi già duramente colpiti dal lockdown di primavera e dall’assenza dei turisti stranieri secondo Campagna Amica.

Proprio dal lavoro di fine anno dipende buona parte della sopravvivenza delle strutture agricole che con le attività di allevamento e coltivazione – sottolinea la Coldiretti – svolgono un ruolo fondamentale per il presidio del territorio contro il dissesto idrogeologico, l’abbandono e lo spopolamento. La montagna è la destinazione privilegiata degli oltre 10 milioni di turisti di Natale e Capodanno che lo scorso anno hanno trascorso in media sei giorni fuori casa per una spesa complessiva di 4,1 miliardi di euro.

A pagare il prezzo più salato alle limitazioni – sottolinea la Coldiretti – sono le strutture impegnate nell’ alloggio, nell’alimentazione, nei trasporti, divertimenti, shopping e souvenir secondo l’analisi della Coldiretti con 1/3 della spesa destinata alla tavola. A preoccupare sono però anche i vincoli a cenoni e pranzi in casa e fuori.

La riduzione dei commensali è infatti destinata a provocare un taglio – sottolinea la Coldiretti – nei consumi di 70 milioni di chili tra pandori e panettoni, 74 milioni di bottiglie di spumante, tonnellate di pasta, 6 milioni di chili tra cotechini e zamponi e frutta secca, pane, carne, salumi, formaggi e dolci spariti dalle tavole lo scorso anno solamente tra il pranzo di Natale e i cenoni della Vigilia e di Capodanno. Un Natale in famiglia per pochi significa infatti anche – continua la Coldiretti – maggiore sobrietà con meno brindisi ed una netta riduzione delle portate senza contare i tanti italiani, spesso anziani, che saranno costretti a trascorrerlo da soli.

Il crollo delle spese di fine anno a tavola e sotto l’albero rischiano di dare il colpo di grazia ai consumi alimentari degli italiani che nell’intero 2020 – conclude Coldiretti – fanno segnare un crollo storico del 12% con una perdita secca di 30 miliardi di euro, raggiungendo il valore minimo degli ultimi 10 anni.