"Dopo i danni in Lombardia, la Lega prova a imporre la sua politica improvvisata anche in Basilicata"


POTENZA - "Così come le storie che a volte ritornano, anche il Covid-19 è tornato, dopo la prima fase di febbraio e, questa volta, in una forma che non ha risparmiato la città di Venosa, per l’elevato numero di contagi e le conseguenti emergenze sanitarie che la diffusione del virus ha comportato.

Pur essendo stata da tempo prevista da tutti gli esperti, bisogna, purtroppo, constatare che questa seconda ondata ha di nuovo colto impreparate le istituzioni, in primis la Regione Basilicata, incapace di predisporre per tempo un adeguato piano sanitario di prevenzione e contrasto alla pandemia.

Il voler correre ai ripari con decisioni improvvisate e imposte dalla Regione in virtù del solo potere decisionale in ambito sanitario, rischia di aggiungere altro danno alla preoccupante situazione senza risolvere le problematiche di carattere sanitario. 

Non è accettabile, infatti che, dopo aver perso tanto tempo, solo adesso, in piena emergenza, si annunci di voler adoperare la struttura ospedaliera di Venosa “S. Francesco”, come ospedale COVID. Tantomeno possono essere considerate rassicuranti le contraddittorie posizioni e soluzioni che si sono succedute a partire dallo scorso mese di febbraio, allorchè, fu avanzata la proposta, avallata da vari  esponenti della Regione, compreso il Presidente della IV Commissione, Massimo Zullino della Lega, di attrezzare l’Ospedale di Venosa come centro per cura del Covid.

Subito dopo, però, In perfetta contraddizione con se stessi, gli esponenti del governo regionale ritrattarono tale ipotesi e a nulla servirono le stesse rassicurazioni dell’Assessore alla Sanità, Rocco Leone, sulla temporaneità del provvedimento, senza, pertanto, smantellare la struttura ma, addirittura, promettendo il successivo potenziamento dell’Ospedale di Venosa.

Tenendo conto della confusione e delle incertezze che si sono manifestate sul presidio ospedaliero “S. Francesco”, il Gruppo Consiliare 24 Agosto – Equità Territoriale, senza alcun pregiudizio di sorta, esprime forti perplessità su questa ennesima capriola politica, almeno fin quando non sono certe e chiare le questioni che attengono: a) la messa in sicurezza della struttura ospedaliera; b) l’effettiva disponibilità di medici specializzati e di personale adeguatamente formato; c) la dotazione di attrezzature idonee a far fronte alla situazione, evitando l’eventualità di prefigurare l’ospedale come un centro più simile a un lazzaretto che a un luogo di degenza e di cura, di una temibile pandemia, come quella che stiamo vivendo.

Il Covid va fronteggiato con soluzioni efficaci ed organiche di politica sanitaria regionale, per cui va respinto ogni tentativo di ghettizzare o lasciare a se stessi le zone a maggior rischio e ad alto livello di contagio, come risulta in questo momento il territorio del Vulture-Alto Bradano.

Non si comprende bene, per di più, il motivo per cui, nel frattempo, sono state abbandonate alcune specifiche soluzioni già prospettate, come quella dell’Ospedale di Pescopagano, candidato e sostenuto da numerose Amministrazioni comunali e già attrezzato con posti di terapia intensiva, oppure il tentennamento sull’allestimento dell’Ospedale da campo donato dal Qatar, anziché virare di nuovo, improvvisamente, sull’ipotesi di Venosa, per far fronte alle situazioni di emergenza.

Cosa induce la Giunta Bardi ad operare queste scelte unilaterali che si vanno a sommare all’arroganza con cui sono  stati “chiusi” due comuni della Basilicata senza neanche coinvolgere i Sindaci e lasciando centinaia di famiglie senza retribuzione e senza alcun sostegno? 

Né possono bastare le solite promesse,  “dopo che tutto passa, l’ospedale di Venosa ritornerà come prima, anzi, ristrutturato e potenziato!”.  Ma, ormai, a queste promesse non ci crede più nessuno.

Il Vulture Alto Bradano è un’area con un grande potenziale, ma abbandonata da una Regione che non sa apprezzarla,  dove il sacrificio e la pazienza di queste persone viene ancora una volta messo a dura prova dalla mancanza di sostegno e dalla sottrazione (116.000 prestazioni sanitarie da Maggio 2020 ad oggi)  di quei servizi minimi necessari alla comunità.

Il Movimento M24A, impegnato nel creare le condizioni di equità territoriale e sociale, sollecita, pertanto, questo governo regionale di stampo leghista, a far fronte ai propri compiti e, nello specifico, a rivedere la propria posizione in merito alla struttura ospedaliera Venosina dando, finalmente, voce al territorio". Così i consiglieri Comunali M24A – Equità territoriale Bitetta Rocco, Colangelo Giovanni, Direttivo Regionale M24A – Equità territoriale.